American History X

American History X

1998 ‧ Giallo/Drammatico ‧ 2h 7m

Dalla penna di David McKenna, un vero e proprio trattato antisemita contemporaneo, ben radicato in una società multiculturale. American History X è un film che fa molto riflettere lo spettatore, non solo per l’intensità della storia che racconta, ma per la gravità dei temi che tratta. Il regista britannico Tony Kaye, per la sua opera prima ha scelto di raccontare il predominio dell’uomo bianco, la xenofobia e la superiorità di razza, con una tecnica di ripresa nevrotica proprio per far percepire allo spettatore la tensione continua e costante nella storia e nei personaggi. L’opera si struttura su due piani incrociati e ben distinti: il presente ed il passato in cui a fare da “ago della bilancia” è Derek (Edward Norton). Il passato di Derek viene raccontato con la tecnica del flashback: le spedizioni punitive contro negozianti da lui guidate, gli scontri con gli afroamericani sui territori che frequenta, l’omicidio del padre per mano di uno spacciatore di colore, scintilla che scatenò in lui l’odio verso questa gente ed il suo impegno in prima linea, alla guida di una delle tante gang antisemita che popola le storie di cronaca della società statunitense. Sono proprio i fatti che accadono nel profondo sud degli Stati Uniti ad essere i veri protagonisti del film di Kaye, fatti a cui è ispirata la storia, mentalità razziste verso persone di estrazione ispanica ed afroamericana, che rendono invivibili le città per tutte quelle minoranze disprezzate e perseguitate. American History X scava ancor più nel profondo di quest’odio, portando all’evidenza teorie distorte che i padri inculcano ai propri figli, e così di generazione in generazione, proprio come ha fatto il padre con Derek. Il film però ci insegna che è possibile ribellarsi a questi insani principi, redimersi e dunque sperare in un futuro migliore: la redenzione di Derek sancisce questa speranza! La sua missione è salvare il giovane fratello Danny (Edward Furlong) dalla mano ideologica dei carnefici antisemiti, annebbiando la cieca violenza che lo aveva costretto in carcere a scontare l’odio verso due giovani afroamericani che stavano tentando di rubargli l’auto, rendendo plausibile il perdono in questa società posseduta dai demoni dell’intolleranza. American History X ha consacrato Edward Norton come uno dei talenti più interessanti del panorama internazionale: infatti, la conferma non tardò ad arrivare con Fight Club e La 25^ ora, due titoli d’autore di enorme rilievo che raccontano come le scelte interpretative di Norton non siano affatto casuali.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

American History X è un film drammatico del 1998 diretto da Tony Kaye, con Edward Norton, Edward Furlong e Elliott Gould.
Derek Vinyard (Edward Norton) vive con la sua famiglia (la madre, due sorelle e il fratello minore Danny – Edward Furlong), dopo che suo padre, un pompiere dalle idee razziste, è morto a causa di uno spacciatore afroamericano, durante un incendio in un quartiere nero.
Derek è un naziskin e appartiene al gruppo Skin88, a capo del quale c’è il proprietario di una casa editrice, Cameron Alexander (Stacy Keach), che promuove libri e musica di stampo nazista ed è il suo mentore.
Un giorno Derek uccide due ragazzi di colore che tentano di rubargli la macchina, e per questo finisce in carcere, dove entra subito nel gruppo dei neonazisti. Quando però si accorge della loro collaborazione con il gruppo ispanico per il traffico di droga, cerca di allontanarsi e per questo subisce la loro violenza. Inaspettatamente stringe amicizia con un detenuto di colore, con cui lavora nella lavanderia della prigione, e si avvicina anche al preside Sweenie (Avery Brooks), anch’egli di colore, che lo informa di come Danny stia percorrendo i suoi passi all’interno del gruppo neonazista; all’assegnazione di una tesina da parte del professore di storia Murray (Elliott Gould), che è ebreo, Danny ha portato un elaborato di elogio al Mein Kampf.
Quando dopo tre anni esce dal carcere, ormai cambiato, Derek tenta di salvare dalla folle ideologia il fratello e chiede aiuto proprio a Sweenie, che gli riassegna la tesina, dal titolo American History X, chiedendogli di raccontare la storia del fratello Derek, in modo che possa rendersi conto dei suo errori. Cameron e il resto del gruppo non prendono bene la redenzione di Derek e tenteranno in tutti i modi di ostacolarlo.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne una candidatura ai Premi Oscar del 1999:

Nomination Miglior attore a Edward Norton


Curiosità – fonte: www.lascimmiapensa.com

1 – “Girato all’inizio del 1997. L’uscita del film è stata ritardata a causa di problemi legati alla post-produzione e all’editing”. Ritardare un film non è sicuramente un fatto nuovo, ma certe volte questo lo penalizza per certi aspetti;

2 – “Seth durante la partita di basket indossa una camicia con il numero 88. Il numero tra gli skinhead nazisti si riferisce all’ottava lettera dell’alfabeto quindi all’H, le due lettere sarebbero l’abbreviazione del saluto Heil Hitler.” Interessante venire a conoscenza di questi piccoli dettagli che altrimenti passerebbero inosservati, soprattutto perché conoscere la simbologia utilizzata dagli skinhead non fa proprio parte del bagaglio culturale collettivo, facendo passare inosservati certi dettagli che caratterizzano maggiormente i personaggi;

3 – “La tavola calda in cui Derek e Danny vanno a fare colazione, prima che quest’ultimo vada a scuola, è stata utilizzata come location nelle riprese di svariati film, tra cui “Il grande Lebowski” (1998) e “Le iene” (1992).” Sicuramente un luogo di culto per ogni cinefilo che si rispetti, teatro di alcune delle scene più caratterizzanti della storia del cinema;

4 – “In questo film viene detta la parola “fuck” esattamente 214 volte.” Visto i personaggi e gli ambienti raffigurati nel film questo fatto lo si può anche giustificare, anche se ne conosciamo parecchi di “record” del genere attribuiti a film o ad attori;

5 – “Prima delle riprese, Edward Norton e Edward Furlong si sono rasati la testa per i loro ruoli. Edward Norton ha anche preso 14 kg di muscoli.” Questo è uno dei molti casi in cui l’attore oltre che a interpretare il proprio personaggio lo va proprio a costruire sulla sua carne, cambiando magari stile di vita per cercare di somigliarli maggiormente. E questo rende la sua interpretazione e la realizzazione del suo personaggio ancora più autentica;

6 – “Marlon Brando è stato preso in considerazione per il ruolo di Cameron Alexander.” Immaginarsi personaggi che siamo abituati ad associare a dei determinati attori (es. Tom Hanks in Forrest Gump) perché ormai il loro ruolo in quella parte si è cristallizzato col tempo, è sempre molto interessante e ci porta a porci molte domande al riguardo, ad esempio: come sarebbe stata l’interpretazione di quell’attore in quel ruolo? Avrebbe avuto uno spessore maggiore? O lo avremmo notato solamente per la sua fama e la sua già affermata importanza nel mondo del cinema?

7 – “Il personaggio di Derek Vinyard è basato sulla vera vita dello skinhead Frank Meeink.” Anche se la storia raccontata nel film è molto romanzata, come accade quasi sempre nelle trasposizioni di storie realmente accadute, il tema del nazista guarito (come si definisce Meeink nel titolo della sua autobiografia) è sicuramente molto toccante e di grande importanza;

8 – “Il ruolo di Derek Vinyard è stato offerto anche a Joaquin Phoenix che però ha trovato l’oggetto del film di cattivo gusto declinando la proposta.” Certe volte magari nemmeno ci immaginiamo quanti attori siano stati presi in considerazione per una determinata parte, prima di scegliere quello definitivo;

9 – “Edward Norton ha rifiutato una parte in “Salvate Il Soldato Ryan” (1998) per fare questo film.” Chissà chi avremmo visto nei panni Derek, ci saremmo persi comunque una grande interpretazione di Norton;

10 – “Il finale originale prevedeva come ultima scena l’immagine di Derek in piedi di fronte a uno specchio intento a rasarsi la testa, subito dopo la scoperta dell’assassinio di Danny, ma è stato rimosso per volere di Edward Norton.” Questo finale era sicuramente stato immaginato per mostrare il ciclo di violenza senza fine nella quale era ormai immerso il protagonista, e dal quale non si sarebbe mai potuto liberare. Un finale del genere avrebbe completamente stravolto tutto il significato del film, e chissà se oggi avrebbe la stessa rilevanza che ha (a parte quella che avrebbe comunque per essere oggettivamente un gran bel film).



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