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Il cacciatore

1978 ‧ Guerra/Film drammatico ‧ 3h 4m

Negli ultimi 50 anni il panorama filmico statunitense sul genere bellico ha avuto come protagonista il Vietnam, rendendolo di fatto protagonista della più inflazionata ambientazione scenografica e narrativa del cinema internazionale. Ebbene, anche un grande maestro come Michael Cimino ha voluto misurare la sua arte con le stanze buie di questo inesorabile conflitto bellico, ed il risultato è stato un full di Oscar servito nel 1979. Cimino ha voluto analizzare la psicologia di chi ha vissuto quei tragici momenti, di chi ha fatto ritorno da quelle foreste, di chi è sopravvissuto alle atrocità della guerra. Ha sapientemente diviso il film in tre “capitoli”, descrivendo il legame di tre amici della Pennsylvania e la loro vita prima della chiamata alle armi, i terribili momenti del conflitto e della prigionia, ed infine il ritorno a casa. La preparazione alla partenza è vestita della quotidianità dei tre amici e protagonisti della storia, del loro lavoro in acciaieria, delle loro origini sovietiche e delle loro tradizioni mantenute come la religione, i festeggiamenti per il matrimonio, i balli, alcune espressioni linguistiche, del loro amore per la patria a stelle e strisce. Dalla spensieratezza di quei momenti si passa a guardare negli occhi l’odio dei vietcong: il conflitto è il segmento più corto del film ma anche quello più ricco di tensione e di suspense. Cimino non reputa importante, ai fini della storia che racconta, l’addestramento o l’arrivo in Asia, ma inizia il “capitolo” con la loro cattura e la conseguente prigionia che li vede costretti in gabbie sommerse per metà in acqua putrida, e dove subiscono la terribile atrocità della roulette russa. Il ritorno a casa, che sembra essere finalmente un sollievo per lo spettatore, ha invece come protagonista l’angoscia che i reduci portano con sè: le difficoltà a reintegrarsi nella società che si sono lasciati alle spalle per servire il proprio paese, i silenzi, le incomprensioni e le tensioni li accompagnano fino ai loro più profondi incubi. Cimino, e lo sceneggiatore Deric Washburn, hanno reso monodimensionali le azioni ed i discorsi dei vietcong, contrapponendosi ad una accurata descrizione, ricca di sfumature, dei protagonisti. Questo ha reso la storia molto più “americana” in quanto ha confinato i personaggi vietnamiti nel lato oscuro del conflitto, lasciando spazio a non poche polemiche all’uscita del film. Montaggio, scelta delle musiche, fotografia si contraddistinguono per l’altissimo livello espresso, ma i veri punti di forza del film sono la sceneggiatura e l’interpretazione degli attori. I personaggi sono ben caratterizzati e psicologicamente vari: su di tutti si erge Michael (Robert De Niro), l’anima filosofica ed il timone del gruppo. Ma “Il cacciatore” è forse la storia di amicizia più significativa e meglio descritta del panorama filmico mondiale: la profonda amicizia fra Mike e Nick (Christopher Walken) caratterizza l’intero racconto: è il filo di Arianna che “lega” le 3 parti che costituiscono il film. Degni di nota sono i dialoghi fra loro, così carichi di significato come la dottrina della caccia leale, quell’unico colpo che si deve sferrare al cervo, poichè esso è privo di armi ma conserva il diritto di fuggire. La montagna della Pennsylvania, la foresta del Vietnam hanno anch’esse un ruolo cardine nella simbologia della storia: la caccia ed i suoi panorami d’alta montagna incantata si contrappongono alla giungla umida del Vietnam e alla guerra che rappresenta – da una parte la lealtà, dall’altra la follia degli uomini.


Trama – fonte: www.comingsoon.it

La storia inizia con il racconto della vita di una comunità ucraina, in particolare di un gruppo di amici: Mike (Robert De Niro), Nik (Christopher Walken) e Steven (John Savage). I tre sono giovani operai in un’acciaieria in Pennsylvania e la loro vita scorre tranquilla tra il lavoro, le bevute al pub e l’amata caccia al cervo. Come inquietante prospettiva comune hanno l’arrivo della chiamata alle armi in Vietnam. Steven riuscirà a sposarsi prima di essere catapultato, insieme a Mike e Nik, nell’inferno della guerra.
Il secondo atto del film è fulminante: gli orrori della guerra, gli assalti ai villaggi, la prigionia dei tre, torturati e costretti al supplizio della “roulette russa”, la fuga che li disperde e il ricovero di Nik in ospedale per disturbi psichici.
Nella terza parte vengono raccontate le conseguenze di questo viaggio all’inferno: Mike viene rimpatriato ma presenta gravi problemi di reinserimento nella vita civile; Steven subisce l’amputazione di una gamba e si isola dalla famiglia; Nik non è mai tornato dall’inferno, è rimasto infatti a Saigon prigioniero della sua follia come disertore. Linda (Merylin Strepp), fidanzata di Nik, informerà Mike, che cerca di recuperare il suo amico ritornando in Vietnam. Lo trova in una bisca clandestina e prova a ricordargli la caccia al cervo che tanto amavano, di quel “colpo solo” che lascia la speranza di scappare dalla morte, che è certamente molto lontano dal colpo solo della pistola puntata alla tempia del macabro gioco della roulette russa…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben nove candidature ai Premi Oscar del 1979, portandosi a casa cinque statuette:

Miglior film
Miglior regia a Michael Cimino
Miglior attore non protagonista a Christopher Walken
Miglior montaggio a Peter Zinner
Miglior suono a Richard Portman, William McCaughey, Aaron Rochin, Darrin Knight.

Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film
Nomination Miglior regia a Michael Cimino
Nomination Miglior attore a Robert De Niro
Nomination Miglior attore non protagonista a Christopher Walken
Nomination Miglior attrice non protagonista a Meryl Streep
Nomination Miglior sceneggiatura originale a Michael Cimino, Louis Garfinkle, Quinn K. Redeker, Deric Washburn
Nomination Miglior fotografia a Vilmos Zsigmond
Nomination Miglior montaggio a Peter Zinner
Nomination Miglior suono a Richard Portman, William McCaughey, Aaron Rochin, Darrin Knight


Curiosità – fonte: www.recencinema.it

1 – Il film è il frutto di un’estenuante battaglia di Cimino contro i produttori, i quali tagliavano scene che il cineasta reinseriva di notte a loro insaputa. Fra le location scelte per la lavorazione ci fu la Thailandia, ma qui la troupe fece molta fatica a girare, dovendo gli attori fronteggiare il passaggio di ratti enormi portati dalle piogge torrenziali e rischiare la vita nel corso di un improvviso colpo di Stato.

2 – John Cazale, che nel film interpretava Stanley, portò a termine le riprese ma, essendo purtroppo malato terminale di cancro ai polmoni, non fece in tempo ad assistere all’uscita della pellicola. Si racconta che la produzione avrebbe voluto escluderlo dal cast temendo di dover sostenere le spese di assicurazione in caso di morte prematura, ma l’amico Robert De Niro s’impose versando lui stesso il denaro necessario.

3 – Cazale fu il più grande amore di Meryl Streep: i due si conobbero nel 1976 e solo la morte dell’attore, avvenuta il 13 marzo 1978, interruppe quella struggente e appassionata relazione, nata nonostante lui avesse ben 14 anni più di lei.

4 – Sembra incredibile, ma quando De Niro (scelto come protagonista al posto di Roy Scheider, che abbandonò il progetto per divergenze creative) si recò insieme a Cimino in visita a un’acciaieria (presentato come l’agente Harry Ufland) per meglio calarsi nella parte, nessuno degli operai lo riconobbe.

5 – Sempre in un’acciaieria ma a Chicago, l’attore e il regista rimasero piacevolmente impressionati dal caposquadra Chuck Aspegren, ragazzone barbuto dalla faccia espressiva al quale venne affidato il ruolo del mattacchione Axel.

6 – Nella scena della roulette russa lungo il fiume, il vietcong (un tailandese scelto perché detestava gli americani) schiaffeggiò realmente Robert De Niro e Christopher Walken, così da riuscire a suscitare reazioni autentiche e convincenti.

7 – Un altro episodio riguarda ancora De Niro e John Savage, che si lanciarono nel fiume dall’elicottero senza l’ausilio di controfigure, ripetendo la sequenza quindici volte (ma si dice fossero di più).

8 – Toccante e profonda l’interpretazione di Christopher Walken nei panni del tormentato Nick. L’attore appare sul finale del film dimagrito e smunto, aspetto piuttosto inquietante reso da una dieta a base di riso e banane. Si permise di improvvisare (su suggerimento di Cimino) lo sputo all’indirizzo del collega De Niro, il quale s’indispettì chiedendo poi spiegazioni a riguardo.

9 – Meryl Streep fu diretta a briglie lente, tanto che molte delle sue battute non erano comprese nel copione.

10 – Angela, moglie di Steven, compare per la prima volta davanti allo specchio, intenta a indossare l’abito da sposa in modo da nascondere una pancia leggermente pronunciata. Incinta dopo aver consumato un tradimento prima del matrimonio, la donna partorisce pochi mesi dopo la partenza di Steven. Il bambino, che si vede nella seconda parte della narrazione, è in realtà figlio di Nick: a svelarlo è nientemeno che Cimino in un commento dell’edizione speciale in DVD.

11 – Gli aneddoti non finiscono qui. La scena del matrimonio nella chiesa ortodossa di San Teodosio a Cleveland richiese cinque intensi giorni di riprese. La messa venne officiata dal vero sacerdote Stephen Kapestonsky.

12 – La sequenza del ballo fu realizzata grazie all’impiego di una gran moltitudine di comparse, alle quali vennero somministrati veri alcolici. Ognuna di loro portò una scatola che nella finzione doveva contenere il regalo per la coppia nuziale. Ebbene, le comparse donarono davvero dei regali, in maggioranza servizi in porcellana e argenteria.

13 – Nella scena in cui Michael sottopone Stanley alla roulette russa, il proiettile nel tamburo della pistola era effettivamente presente.



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