Lo scafandro e la farfalla

Lo scafandro e la farfalla

2007 ‧ Drammatico ‧ 1h 52m

Julian Schnabel, dopo essersi affermato a livello mondiale come pittore del nuovo mondo, si cimenta nella settima arte, firmando la regia della sua terza opera con il capolavoro puramente drammatico, Lo scafandro e la farfalla. Mostra al mondo, ancora una volta di essere un artista multiforme e creativo, cultore della provocazione e del paradosso, dando vita con questa pellicola, ad un impianto narrativo basato su una ricerca continua di una poetica estetica, facendo molta attenzione a non cadere nei dogmi cinematografici o ad avere cadute di stile, nel pieno rispetto della sensibilità e dei sentimenti dello spettatore. Lo scafandro e la farfalla si basa su una storia realmente accaduta, semplice per certi versi, ma profondamente drammatica: il protagonista, Jean-Dominique, si ritrova in ospedale, dopo aver avuto un ictus che lo ha reso completamente paralizzato dalla testa ai piedi. Il suo unico modo di comunicare è attraverso la palpebra sinistra. Rispetto a pellicole similari, si distingue per l’approccio più intimista e raffinato, con una vena ironica mista alla disperazione. Schnabel, infatti, è interessato soprattutto alla bellezza che nasce dalla sofferenza. L’unica porta di comunicazione di Jean-Dominique col mondo che lo circondo è l’occhio sinistro, a rappresentare il punto di vista di un uomo dilaniato, prigioniero di un corpo morto (lo scafandro) e padrone solamente della memoria e della sua immaginazione (la farfalla). La testimonianza del regista è pertanto il forte timore che deve avere l’uomo della morte, e che vivere il presente e cogliere ogni occasione, sono le uniche soluzioni che ci permettono di dare un senso alle nostre vite. Il percorso fatto dal protagonista poi, è ciò che di più convince nella trama narrativa e Schnabel lo sottolinea da un punto di vista tecnico, con una prima parte girata in soggettiva, mentre una seconda per gran parte in controcampo, con numerosi esterni. È qui che la condizione in cui è ora confinato l’uomo, Jean-Dominique, non rappresenta uno stato atteso di disperazione, bensì riesce a ribaltare la sua condizione precedente l’incidente. La superficialità che aveva caratterizzato il suo passato lascia il posto ad una profondità ed una spiritualità non prettamente religiosa, cercando di riappropriasi di una vita che esiste e non esiste allo stesso tempo. Il ricatto emotivo è però volutamente evitato, così come i proclami a favore o contro l’eutanasia. Il film è dunque amaro, toccante ma anche ironico, senza essere irrispettoso. Al centro del discorso, infatti, c’è unicamente la storia di un uomo che ha tratto il massimo dalla sua inconsolabile situazione, riuscendo a pubblicare un libro dettato con il solo sbattere di palpebra. Impossibile rimanere indifferenti davanti a ciò. Lo scafandro e la farfalla ha ricevuto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes 2007.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Lo scafandro e la farfalla è un film del 2007 diretto da Julian Schnabel, tratto dall’omonimo racconto autobiografico di Jean Domenique Bauby. Jean Domenique (Mathieu Amalric) è un giornalista di successo, direttore della nota rivista francese di moda Elle. È un affascinante seduttore, innamorato della sua compagna, dei suoi figli e della buona cucina. A cambiare tutto arriva il destino. Un giorno, alla guida della sua decappottabile in compagnia del figlio, viene colpito da un ictus che lo riduce in coma. Ricoverato all’ospedale marittimo Berck, a nord della Francia, riceve le migliori cure. Quando però si risveglia dopo venti giorni è totalmente paralizzato, ad eccezione dell’occhio sinistro. Con l’aiuto della brava ortofonista Henriette Durand (Marie-Josè Croze), riesce a comunicare grazie al battito della palpebra. Inizialmente Bauby è tormentato e amareggiato dai rimpianti, soffre per non poter più accarezzare né abbracciare i suoi cari. Vede nella sua esistenza tutto ciò che è rimasto d’incompiuto, le occasioni che non ha saputo cogliere, l’amore che non ha ricambiato, la felicità che ha lasciato volare via. L’infermità lo aiuta però a comprendere. Ha ancora una grande immaginazione e memoria e grazie all’aiuto di Henriette scrive il suo diario. Lo scafandro del corpo non impedirà alla farfalla dell’anima di volare…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben tre candidature ai Premi Oscar del 2008:

Nomination Miglior regia a Julian Schnabel
Nomination Miglior sceneggiatura non originale a Ronald Harwood
Nomination Miglior fotografia a Janusz Kaminski


Curiosità – fonte: www.comingsoon.it

1 – La pellicola è inclusa nella lista dei 1001 film da vedere prima di morire a cura di Steven Schneider.

2 – Per realizzare il film, il regista dovette imparare il francese.



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