L'Uomo che non c'era

L’uomo che non c’era

2001 ‧ Noir/Giallo ‧ 1h 58m

I fratelli Coen, con la loro nona opera cinematografica, hanno regalato al grande pubblico, un vero, l’ennesimo, capolavoro dal titolo L’uomo che non c’era. Un’intricata trama caratterizzata da un susseguirsi di tragedie e di equivoci, sceneggiata da due geni del cinema contemporaneo, due cultori della settima arte che hanno avuto, fra i tanti, il grande merito di far rivivere ancora una volta un genere scomparso negli anni ’50. L’uomo che non c’era è una perfetta storia da noir anni’40/’50, una parabola sull’implacabile fato e sull’incapacità dell’uomo di dominare gli eventi: Ed Crave (uno straordinario Billy Bob Thornton), incarnazione di ciò, ha provato, per una volta, ad essere padrone della propria vita, cercando di uscire fuori dal percorso segnato, ma ogni sua azione ha innescato una serie di reazioni incontrollabili sino al crollo finale. Insomma, una riflessione metafisica sui temi del libero arbitrio contrapposti al segnato destino. Da un punto di vista tecnico, non sarò certo il primo a decantare il grande rispetto che i fratelli Coen hanno verso i classici del passato a cui si ispirano, alle tecniche “portate in scena” dai maestri che li hanno preceduti, e dalla delicatezza che li contraddistingue nell’innestare delle innovazioni che rendono la loro pellicola unica. Entrando nel dettaglio, L’uomo che non c’era è un film modellato sugli stilemi, sugli stereotipi e sulle atmosfere tipiche del noir americano, a partire dall’ambientazione nel 1949. Il tutto immerso in una fotografia, da alto riconoscimento e firmata Roger Deakins, in bianco e nero, che alterna tonalità neutre a giochi di luci e ombre di taglio espressionista, ricreando un senso d’inquietudine e di fatalità. E poi, la predilezione per gli spazi chiusi, la voce fuoricampo che parla in prima persona, le attente inquadrature per i particolari significativi, le musiche di Beethoven, capaci di creare un effetto di riflessione eterea rispetto alle angosce della storia. Ma a tutto ciò i Coen vi aggiungono una sensibilità tutta contemporanea e introducono una riflessione attuale sulla crisi d’identità, sull’impotenza nelle scelte di vita in un mondo in cui a dominare è l’esigenza della presenza. Ed Ed Crave incarna pienamente la sofferenza del suo “non esserci”, della sua incapacità di essere intraprendente e positivo in una società che vede in queste “doti” le qualità massime, come quella americana, e quando decide di sterzare questa sua attitudine, l’ingranaggio impazzisce.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

L’uomo che non c’era, film diretto dai fratelli Joel ed Ethan Cohen, narra una storia ambientata verso la fine degli anni Quaranta a Santa Rosa, in California. Il protagonista è Ed Crane (Billy Bob Thornton), uomo burbero con la sigaretta perennemente in bocca, che fa il barbiere nel negozio del cognato Frank Raffo (Michael Badalucco). Annoiato da un’esistenza da piccolo borghese di provincia, ingabbiato nelle solite abitudini che si ripetono uguali ogni giorno, Ed sogna una vita diversa. Quando intuisce che la moglie Doris (Frances McDormand) lo tradisce con Big Dave Brewster (James Gandolfini) – direttore del negozio in cui la donna lavora – Ed fa finta di nulla. Ormai l’unica gioia del barbiere è ascoltare la giovane Birdy (Scarlett Johansson) suonare il piano. Finché un’opportunità sostanziosa si profila sull’orizzonte: il losco Creighton Tolliver (Jon Polito) propone ad Ed di entrare in affari con lui, per lanciare un’innovativa catena di tintorie a lavasecco. Il protagonista si convince a entrare in società con Tolliver, ma per farlo ha bisogno di soldi. Per mettere insieme in breve tempo la quota necessaria ha un’idea: senza rivelare la propria identità, ricatta Big Dave di denunciarlo di adulterio. Ed ottiene così la somma di cui aveva bisogno, ma finisce per entrare in una spirale di vicende sempre più torbide…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne una candidatura come Miglior Fotografia a Roger Deakins ai Premi Oscar del 2002.


Curiosità – fonte: mediasetinfinity.mediaset.it

1 – Il film ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio alla miglior regia al festival di Cannes del 2001, il premio alla migliore fotografia ai BAFTA e un David di Donatello per il miglior film straniero nel 2002.

2 – Le riprese del film si sono svolte nel periodo 26 Luglio 2000 – 01 Settembre 2000 in USA.

3 – Ecco alcune delle location in cui è stato girato il film:

  • Glendale, California, USA
  • Los Angeles, California, USA
  • New Deal Studios – 4105 Redwood Avenue, Los Angeles, California, USA
  • Orange Circle – Chapman Ave. & Glassell Street, Orange, California, USA
  • Pasadena, California, USA
  • Santa Rosa, California, USA


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