Post Mortem
Solitamente i film stranieri che vengono candidati all’Oscar hanno temi di rilievo psico-drammatici o trattano eventi realmente accaduti. E’ insolito candidare un horror al Premio Oscar in questa categoria! Pertanto, già questo dovrebbe far capire che non ci troviamo davanti ad una ghost-story come tante altre. Sto parlando di Post Mortem, opera cinematografica ungherese la cui regia è firmata dal giovane regista Péter Bergendy. Ambientato in un remoto villaggio europeo devastato dalla guerra e dall’epidemia di influenza spagnola, il film si distingue per la sua maestria tecnica e visiva che crea un’atmosfera intensamente suggestiva. La regia di Post Mortem si caratterizza per l’uso sapiente degli effetti speciali, che contribuiscono a creare un’atmosfera torbida ed inquietante. Gli spettatori sono trasportati in un mondo oscuro e misterioso, dove il confine tra reale e soprannaturale si fa sempre più labile. Le scene di possessione ed incontri con fantasmi sono realizzate con cura ed attenzione ai dettagli, contribuendo a mantenere alta la tensione emotiva. Le performance degli attori sono intense e coinvolgenti, trasportando gli spettatori nelle vite tormentate degli abitanti del villaggio. La fotografia del film è straordinariamente cupa e desolata, catturando perfettamente lo spirito malinconico ed angosciante del luogo. I toni grigiastri ed i contrasti accentuati contribuiscono a creare un’atmosfera oppressiva che permea ogni scena, trasportando gli spettatori in un mondo di terrore e mistero. Inoltre, l’utilizzo sapiente dell’umorismo nero e macabro aggiunge un’ulteriore dimensione al senso di inquietudine del film, offrendo momenti di comic relief che bilanciano la tensione crescente. Post Mortem è un’opera cinematografica che si distingue per la sua maestria tecnica e visiva, offrendo uno spettacolo coinvolgente ed inquietante che invita gli spettatori ad esplorare i confini tra realtà e sovrannaturale, ed a riflettere sulle paure più profonde dell’umanità, anche se la sceneggiatura a tratti appare ridondante, un difetto però che non pesa più di tanto.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Post Mortem, il film diretto da Péter Bergendy, si svolge nel 1918 in Ungheria. La Prima Guerra Mondiale e l’influenza spagnola hanno lasciato dietro di loro una scia di morte. Tomás (Viktor Klem) è un ex soldato che, creduto morto dopo lo scoppio di una granata, è stato gettato in una fossa comune ma è stato salvato in tempo prima della sepoltura. Lui ricorda di aver avuto la visione di una ragazza che lo chiamava riportandolo in vita. Sei mesi dopo, Tomás, è diventato fotografo post mortem. In quell’epoca, infatti, si usava fotografare i parenti defunti, vestiti, pettinati e truccati prima che venissero sepolti. L’uomo, che svolge la sua attività girando per le campagne ungheresi, un giorno incontra Anna (Fruzsina Hais), un’orfanella che decide di accompagnarlo nel suo lavoro. L’influenza spagnola ha fatto molte vittime in quelle zona, e Tomás e Anna accettano la proposta di fotografarle in un piccolo villaggio dove vengono ospitati dalla maestra Marcsa (Judit Schell). L’inverno è molto rigido quell’anno e la sepoltura di molti morti deve attendere il disgelo. L’atmosfera è cupa e pesante e il fotografo e la bambina iniziano ad avvertire strane presenze intorno a loro. I due decideranno di scoprire cosa c’è dietro a una serie di misteriosi eventi e di esplorare le frontiere dell’aldilà…
Cast – fonte: www.comingsoon.it
Trailer
Riconoscimenti – fonte: it.wikipedia.org
Il film ottenne una nomination alla notte degli Oscar del 2022:
- Nomination Miglior film in lingua straniera
Curiosità – fonte: www.comingsoon.it
1. Presentato in anteprima mondiale al 36° Festival di Varsavia. È stato selezionato per rappresentare l’Ungheria nella categoria Miglior film in lingua straniera ai Premi Oscar 2022.
2. È stato il film ungherese più venduto in tutto il mondo nel 2021, distribuito in quasi 140 paesi.