I sette samurai

I sette samurai

1954 ‧ Azione/Avventura ‧ 3h 27m

Era il 1954 quando un grande maestro come Akira Kurosawa portava sul grande schermo una maestosa opera ricca di elementi differenti, molti sorprendenti per l’epoca, ma soprattutto capaci di arricchire e donare precise sfumature ad una storia d’avventura ed eroismo senza tempo. I sette samurai mette due mondi dell’impero nipponico a confronto, la profonda cultura dei samurai da una parte, e quella di massa degli onesti contadini dall’altra, dunque le armi contro la campagna, affrontando il fenomeno del brigantaggio. Sette nobili samurai, la cui arma più preziosa è il cuore che batte nel loro petto, si impegneranno a difendere i villaggi predati da un gruppo di quaranta briganti. 207 minuti che scorrono inesorabili scandiscono un percorso privo di esitazione, promo di idee e, soprattutto, capace di forgiare una guida maestra per i tanti grandi nomi della settima arte che hanno ispirato, o addirittura apertamente “copiato”, le loro opere divenute pilastri del cinema: dal grande Sergio Leone ed i suoi spaghetti western, a George Lucas ed alla sua meravigliosa saga di Star Wars. Kurosawa usa la sua arte per illustrare con cura i molti aspetti che quest’opera tratta: il rapporto fra due mondi distanti come quello dei contadini e dei samurai, le nette differenze fra i samurai stessi, il senso di comunità allargata, principi di vita indissolubili, una storia d’amore che nasce ed il ricordo di un’altra passata e soffocata nel dolore. Una narrazione scandita come uno spartito, ricca di lirismo, di pazienza, persino di umorismo grazie al prezioso contributo di Toshiro Mifune, che sfocia in un’armonia complessiva culminante in una lunga ed epica battaglia finale, caratterizzata da un’ultima profonda riflessione sul futuro, sicuro per alcuni ed incerto per altri, arricchita dalla geniale inquadratura delle spade conficcate nel terreno.

 

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

I Sette Samurai è un film storico del 1954, considerato l’opera magna del regista Akira Kurosawa, con Takashi Shimura e Toshirô Mifune. Alcuni contadini di un villaggio giapponese del 1578 cercano disperatamente un modo per difendersi dai predoni che li saccheggiano di continuo. Su consiglio del saggio anziano, chiedono aiuto ai samurai liberi (Ronin), ma non riescono a trovare dei guerrieri disposti a difenderli senza un compenso. La salvezza arriva dall’abile Ronin Kambei (Takashi Shimura), che assolda altri cinque soldati; oltre a questi, prova ad unirsi al gruppo un sedicente guerriero, Kikuchiyo (Toshiro Mifune), che, rifiutato, decide di seguirli lo stesso. Kambei insiste sulla necessità di allenarsi alla battaglia, e tra i samurai la convivenza si presenta in principio difficile; con il tempo, però, si stringeranno legami e amicizie, e anche Kikuchiyo verrà accettato, rivelando le sue buone qualità. Arriva il giorno della battaglia, quando i predoni attaccano il villaggio, e i briganti prendono il sopravvento; i samurai però rispondono prontamente assaltando il covo degli invasori. Da questo momento la battaglia si infuoca e i guerrieri combatteranno strenuamente e con grande valore, al fianco dei contadini, per difenderli con onore e a costo di molte perdite.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne due candidature ai Premi Oscar del 1957:

  • Nomination Miglior scenografia per film in bianco e nero a Takashi Matsumoto
  • Nomination Migliori costumi per film in bianco e nero a Kohei Ezaki

Curiosità – fonte: farefilm.it

1 – Il titolo del film in origine doveva essere “I sei samurai”; Kurosawa a quel tempo non aveva mai girato un film sui samurai, ma si rese presto conto che la storia di sei samurai sobri che si occupavano di difendere il villaggio, non sarebbe stata abbastanza interessante. Ecco il perché dell’introduzione del personaggio di Kikuchiyo che è interpretato da Mifune e che ha inserito una vena molto meno drammatica nel film. Toshiro Mifune in realtà all’inizio doveva essere il duro Kyuzo, ma con l’arrivo di Kikuchiyo il suo ruolo venne ricoperto da Seiji Miyaguchi.

2 – Il resto del cast è un insieme di storie strambe e fuori dall’ordinario: Keiko Tsushima era un ex ballerino che collaborò anche con Ozu; Yoshio Tsuchiya, il contadino Rikichi, era un medico con una passione particolare per gli UFO; Kamatari Fujiwara recitò a fianco di Warren Beatty mentre Sojin Kamiyama ebbe ruoli nella Hollywood muta degli anni Venti; Takashi Shimura invece, era il più navigato viste le precedenti collaborazioni con lo stesso Kurosawa.

3 – La produzione fu interrotta almeno due volte perché il film ebbe diversi ritardi e andò fuori budget: quattro volte la somma preventivata e 148 giorni di riprese distribuite nell’arco di un anno. Per la Toho non furono momenti facili, dato che stava contemporaneamente dando vita al super costoso Godzilla. Il ritardo fu tale che la battaglie finale, rimandata diverse volte per mancanza di cavalli, si svolse nel gelido febbraio giapponese, facendo patire al cast un freddo tale, che Mifune ricordò come il peggiore della sua vita.

4 – Dal suo canto, Kurosawa non fece che attendere pazientemente tra le varie interruzioni che la Toho rivedesse la sua posizione. Il director’s cut alla fine, fu di ben 207 minuti, un record per Kurosawa stesso. In questa versione I sette samurai vide la luce solo nelle maggiori città del Giappone e una prima versione tagliata fu proiettata nelle città di seconda fascia. Una seconda versione venne preparata per la Mostra del Cinema di Venezia, dove Kurosawa vinse il Leone d’Argento. La versione originale non è stata distribuita fino a tempi recenti, quando negli anni Duemila è comparsa prima una variante di 203 minuti e poi nel 2005 in DVD, quella integrale.

5 – Il film in origine, nella sua distribuzione americana, si chiamava “I magnifici sette”, ma la MGM si sbarazzò in fretta delle copie con quella titolazione quando si occupò di riproporlo in sala. I remake sono stati diversi: dal primo e ovviamente celeberrimo I magnifici sette di John Sturges, al quale sono seguiti diversi sequel, I magnifici sette nello spazio e il recente I magnifici 7 (anche se ufficialmente è un remake di Sturges…). Il film diede i natali a diversi dettagli ricorrenti nel plot di genere, tra cui la presentazione degli eroi con storie parallele, e il gruppo che battaglia per un unico scopo: ecco, tanto per capirci, anche gli X-Men devono qualcosa al Kurosawa del 1954.



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