Il ladro di bambini

Il Ladro di Bambini

1992 ‧ Drammatico/Thriller ‧ 1h 56m

Uno stile registico delicato e rispettoso della vita dei personaggi caratterizza il Ladro di bambini, capolavoro nato dal genio di Gianni Amelio, che ne firma anche la sceneggiatura. Grandioso il contributo dato dal maestro Francesco Piersanti, che armonizza e sintonizza la colonna sonora alla sapiente regia di Amelio, riducendola all’essenziale in modo da accordare le note alle emozioni dell’anima dei protagonisti. La regia ha un tempismo eccezionale, grazie ad un procedimento a fisarmonica che espande e condensa la narrazione, una narrazione caratterizzata da un intreccio volutamente esile al fine di porre l’accento sul superfluo di una società in decadenza: il quartiere dormitorio da cui parte l’intera vicenda e che simboleggia un’immigrazione mai integrata al nord, i palazzi della capitale che di eterni hanno solo la decadenza non solo strutturale, le case abusive del paesaggio calabrese, tanto caro al buon Amelio. Ed è proprio questo l’obiettivo del regista, lo sradicamento esistenziale che ritroviamo integralmente nei protagonisti, un senso di inquietudine che li attanaglia, che si tratti della casa degli orrori dove i due bambini hanno trascorso la loro giovane vita, oppure di quella senza identità, presa in affitto dai colleghi di Antonio (Enrico Lo Verso), così come l’abitazione della sorella, una specie di ibrido architettonico, con il ristorante al piano terra e le camere senza finestre al piano di sopra, insomma, un dramma che si acuisce per la mancanza di un posto dove andare od uno in cui tornare. La presenza costante dei bagagli che sono costretti a trascinare, sono l’accento di un tale disagio! Ingombranti e poco maneggevoli, rappresentano non solo il peso di una costrizione fisica, ma si ergono a simbolo di un peso morale, che li rende prigionieri.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Rosetta, una ragazza di undici anni di origine siciliana, avviata alla prostituzione dalla madre che vive a Milano separata dal marito, ha un fratellino disadattato, Luciano, che soffre ovviamente della situazione. L’arresto della madre e del cliente di turno fa sì che i due ragazzi vengano affidati ad un istituto per l’infanzia di Civitavecchia. Li accompagnano una coppia di carabinieri, che presto si riduce al solo Antonio, un giovanotto calabrese semplice e di buon cuore, in quanto il collega scende a Bologna per affari privati. Il clima fra i tre è di reciproca diffidenza ed ostilità. Il bimbo non parla e ha problemi d’asma, la ragazza è diffidente e aggressiva. A Civitavecchia l’istituto rifiuta la ragazza, e così Antonio chiede ospitalità ad un collega. I tre approdano in Calabria dove il carabiniere fa ospitare i ragazzi presso la sorella che ha un ristorante. C’è una Prima Comunione, e Rosetta fraternizza con i coetanei mentre Luciano è affascinato da una foto di Antonio piccolo mostratagli dalla nonna di quest’ultimo. Ma il clima idilliaco è rotto bruscamente dal riconoscimento di Rosetta da parte di una giovane parente, che ha letto di lei su una rivista…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne il Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1992.


Curiosità – fonte: www.davinotti.com

1. Per il ruolo del carabiniere Antonio, che fece conoscere Enrico Lo Verso al grande pubblico, era stato scelto l’attore spagnolo Antonio Banderas, ma Amelio durante l’audizione a Lo Verso, che avrebbe dovuto doppiare Banderas in italiano, ne rimase molto colpito e decise di affidare a lui la parte. Fra i papabili per quel ruolo c’era anche Massimo Troisi, ma Cecchi Gori non avallò il progetto rifiutandosi di “prestare” l’attore a Rizzoli perché si aspettava da lui il film di Natale e non una pellicola impegnata come questa.



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