La Grande Bellezza

La grande bellezza

2013 ‧ Drammatico/Commedia ‧ 2h 22m

Sotto gli occhi di Jep Gambardella (un sempre straordinario Toni Servillo), la grande bellezza della città eterna scorre al suo ritmo univoco e costante, nelle sue vesti sacre e disperatamente commosse, in cui accoglie o ripudia i suoi figli naturali ed adottivi. Jep fa parte di quest’ultimi. Sessantacinquenne campano, arrivato a Roma all’età di 26 anni e ben presto precipitato nel vortice della mondanità. Il sacro ed il profano mescolati al caos della beatitudine e del classicismo, dissolvono la grande bellezza di una città simbolo della vita eterna e Paolo Sorrentino, con l’ausilio di Umberto Contarello, ne divengono i firmatari di un trattato che ha fatto breccia negli animi del pubblico internazionale, plaudendolo ed insignendo questa straordinaria opera con la massima riconoscenza in quella notte del 2014 agli Academy. La grande bellezza è stato interamente girato a Roma ed i suoi protagonisti, sono stati magistralmente diretti da un grande Paolo Sorrentino. Oltre ad una performance formidabile di Toni Servillo, troviamo uno straordinario ed insolito Carlo Verdone, malinconico e svuotato, interpreta l’amico di Jep, animale notturno e festaiolo, osservatore e frequentatore di una società ormai vacua e disfatta, uno zoo fatto di dame dell’alta società più o meno sfatte, criminali d’alto bordo, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti ed intellettuali veri o presunti, una babilonia disperata che si agita negli antichi palazzi e nelle ville sterminate, sullo sfondo di una Roma calda e sedata e del tutto indifferente. Quello che rimane della “vita”, affoga in gin tonic ed in chiacchiere futili, si disperde sulle terrazze di via Veneto, si nasconde in esclusivi “botox party” e strip-club, fino al sacro momento del primo raggio di luce, in cui l’oblio di una tale esistenza, sembra aver perso gli stimoli e si affida al silenzio delle correnti del Tevere. Sorrentino ci regala una regia matura che asserve pienamente allo scopo: un ritmo lento che ripercorre i tre stadi kierkegaardiani dell’esistenza fino al culmine della solitudine al cospetto di Dio, in cui l’uomo è chiamato ad abbandonare ogni illusione. Caratterizzata da movimenti di macchina facili a triangolazioni ascendenti, discendenti ed orizzontali nel rispetto dello sguardo/soggettiva del suo protagonista, formidabile nel colorarlo di emozioni uniche. Un’opera complessa e stratificata, fatta di assoluti contrasti, in cui Sorrentino è decisamente bravo a trovare e preservare l’equilibrio, quando necessario, avvalendosi di geometrie estetiche e di un linguaggio riconoscibile e dirompente, ben assortito da uno straordinario lavoro eseguito sulle musiche dal maestro Lele Marchitelli.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Il protagonista della vicenda è Jep Gambardella (Toni Servillo), noto giornalista e critico teatrale che trascorre la sua esistenza negli ambienti più mondani di Roma.
Nonostante Jep sia acclamato nelle feste esagerate dell’élite romana come “re”, l’uomo trascorre la sua esistenza celando l’insofferenza verso quegli ambienti volgari e viziosi che offuscano la sua ricerca perpetua della bellezza. Il vuoto rappresentato dalla mondanità gli permette di indossare una ben congeniata maschera che, tuttavia, va in frantumi alla notizia della morte di Elisa, unico e vero amore della sua vita. Il marito della donna, devastato dalla perdita, si reca a casa di Jep per condividere con lui le informazioni ricavate dal diario della donna, che non ha mai smesso di amarlo. A fare da cornice ai movimenti d’animo di Jep, in bilico tra la disperazione per la futilità della vita e la voglia di rimanere ancorato alla sua posizione privilegiata, ci sono una cricca di amici, tutti interpreti grotteschi di un teatro vivente fatto di menzogne e vanità. Jep vuole donare senso alla sua esistenza, scrivendo il suo secondo libro ma per trovare la giusta ispirazione ha bisogno di immergersi totalmente nell’atmosfera della capitale, nel degrado e nella quotidianità di incontri casuali e sfuggenti. Inizia così la conoscenza con Ramona (Sabrina Ferilli), spogliarellista con un passato doloroso, e con l’eccentrico cardinale Bellucci, mentre resta salda la sua amicizia con Romano (Carlo Verdone), scrittore teatrale deluso dall’ingannevole atmosfera della città eterna. La ricerca dell’essenza e della bellezza primordiale e pura, resuscitata dall’onirica presenza-assenza di Elisa, condurrà Jep a considerare la vacuità della realtà. Tuttavia, niente è ancora perduto.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne una candidatura ai Premi Oscar del 2014, vincendo la statuetta:
Miglior film straniero


Curiosità – fonte: cinema.fanpage.it

1. “L’Apparato umano”.
In un’intervista a Radio 2, Sorrentino disse che, arrivati quasi a metà delle riprese, voleva intitolare il film “L’Apparato Umano”, che è anche il titolo del romanzo scritto dal protagonista principale del film, Jep Gambardella, ma in seguito cambiò decisamente idea.

2. La citazione di Céline.
Il film è ricco di citazioni famose. Quella iniziale è tratta dal libro “Viaggio al termine della notte”, dello scrittore francese Louis-Ferdinand Céline, che serve anche come chiave di lettura per il viaggio intrapreso da Jep ne “La grande bellezza” e che recita così: “Viaggiare è molto utile, fa lavorare l’immaginazione, il resto è solo delusioni e pene. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario: ecco la sua forza, va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose: è tutto inventato.

3. Il busto di Gustavo Modena.
Il film inizia con un primo piano al busto di Gustavo Modena (1803-1861) al Gianicolo, un attore e patriota italiano che fu un innovatore per il teatro del XIX secolo. Modena intendeva l’attività teatrale come mezzo di elevazione e liberazione morale dell’individuo, per far aprire gli occhi ai ciechi estirpando pregiudizi e superstizioni.

4. La dedica a Giuseppe D’Avanzo.
Forse non tutti sanno che il film è dedicato al giocatore di rugby, scrittore e giornalista Giuseppe D’Avanzo, grandissimo amico di Sorrentino e famoso per i suoi articoli sui quotidiani la Repubblica e Corriere della sera, che morì durante la produzione del film, precisamente il 30 luglio 2011.

5. La statua del Marforio.
La statua che si trova alle spalle di jep Gambardella nella locandina internazionale del film è il Marforio, un’enorme scultura marmorea di epoca romana, risalente al I secolo, raffigurante forse il dio Nettuno, l’Oceano o il Tevere. Fu una delle sei statue parlanti di Roma, forse la più nota dopo Pasquino. La statua è conservata nei Musei capitolini, quindi quello che vediamo nella locandina è un fotomontaggio, ma la statua è reale.

6. “Il Fu Mattia Pascal” e Jep Gambardella.
In una scena iniziale del film Jep Gambardella ascolta, sotto forma di audiolibro, un pezzo de “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello: “Nessun dubbio su le mire infami del Malagna; bisognava dunque, a ogni costo, al più presto, salvare la ragazza.” Ricordiamo che, assolutamente non a caso, l’opera è il racconto da parte del protagonista della propria vita e delle vicende che l’hanno portato ad essere il “fu” di se stesso.

7. Le riprese a Roma e all’Isola del Giglio.
Le riprese de “La grande bellezza” sono iniziate a Roma il 9 agosto 2012, ma tutte le scene ambientate al mare sono state girate, invece, nei primi di settembre all’Isola del Giglio, presso il faro di Capel Rosso, località nota, purtroppo, anche per la tragedia accaduta alla nave da crociera Costa Concordia.

8. I ringraziamenti ad attori “tagliati”.
Sorrentino, nei titoli di coda del film, ringrazia gli attori Giulio Brogi e Fiammetta Baralla (scomparsa nel 2013) per la partecipazione, ma in realtà, le scene in cui questi erano presenti sono state tagliate nella versione distribuita del film. La scena con Brogi, nei panni di un anziano regista, riguardava un colloquio tra quest’ultimo e Jep, mentre Fiammetta Baralla aveva interpretato la vecchia madre di Sabrina Ferilli/Ramona.

9. Il ritorno nelle sale dopo il Golden Globe e il successo in tv.
La distribuzione del film è stata alquanto “particolare”. Infatti, dopo aver vinto il Golden Globe, il 16 gennaio 2014, il film è tornato nuovamente nelle sale italiane, mentre dopo la vittoria dell’Oscar, il 4 marzo 2014,  è stato trasmesso in prima serata da Canale 5, totalizzando 8.861.000 telespettatori, diventando il film più visto degli ultimi dieci anni sulla televisione italiana.

10. Gli incassi non stratosferici.
Nonostante la vittoria dell’Oscar come Miglior film straniero, gli incassi non sono stati stratosferici. Nella prima settimana di programmazione in Italia, il film ha incassato 2.471.175 €. L’incasso totale nelle sale italiane è stato di 9.535.868 €. In tutto il mondo, “La grande bellezza” è riuscito ad incassare 21 milioni di dollari.



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