Moon

Moon

2009 ‧ Sci-fi/Drammatico ‧ 1h 37m

L’esordio nel cinema che conta di Duncan Jones insegna ai più un nuovo modo di ‘leggere’ il genere sci-fi. Figlio del grande David Bowie, Jones ha dimostrato ai più scettici tutto il suo talento con il suo primo lungometraggio Moon, al punto da guadagnarsi un posto nella classifica dei 500 film assolutamente da vedere. Gli ingredienti sapientemente usati dal giovanissimo regista, sono stati tutti assolutamente ben dosati: da uno straordinario protagonista come Sam Rockwell alla scelta delle ipnotiche musiche di Mansell. Jones è anche autore di questa strabiliante storia: ancora due sole settimane e Sam Bell potrà finalmente riabbracciare la moglie Tess (Dominique McElligott) e la sua piccola bambina Eve (Kaya Scodelario). Sono circa tre anni che Sam vive da solo sulla Luna, nella base Sarang per conto della Lunar Industries, con il compito di controllare che le varie mietitrici sparse sul satellite estraggano correttamente l’Elio-3, essenziale fonte d’energia per la Terra. Ogni mattina la sua sveglia suona le 6.00 e dà inizio alla medesima routine: lo svago di un tavolo da ping pong al muro, un plastico su cui lavora oramai “da 938 ore” e l’interazione con il suo unico ‘amico’ Gerty (voce originale di Kevin Spacey), un’intelligenza artificiale, omaggio al famoso HAL 9000. Anche quella mattina, tutto sembrava dannatamente identico ai giorni precedenti, fino al quasi fatale incidente che segnò l’inizio di un incubo peggiore dell’esilio vissuto sino a quel momento. Un cinema indipendente capace di creare la miglior fantascienza possibile, usando il più irrisorio dei budget (solo 5 milioni di dollari), una storia originale nata dal genio dello stesso Jones e poi adattata da Nathan Parker. Moon è un mix di ipnosi e claustrofobia sapientemente accompagnato da una straordinaria sonorità firmata Clint Mansell, oltre che uno sbalorditivo capolavoro che non nasconde affatto le suggestioni letterarie e cinematografiche che ne hanno influenzato il pensiero creativo dell’autore: da 2001: Odissea nello spazio a Silent Running. Tali riferimenti non solo ne caratterizzano struttura ed atmosfere, ma si sono resi indispensabili nel riproporre l’immagine di un futuro vago, ipotetico e temuto, e di un presente dove anche l’interprete principale culmina nell’anarchia più totale, abbandonando compiti, mansioni, solitudine ed emozioni ad infinite copie di se stesso. E’ qui che lo spessore di un artista come Rockwell, fa la differenza ed il successo del film: la sua capacità di trasmettere le più sottili “variabili” umane è stata unica. Così come è stato unico nel suo genere il rapporto uomo-macchina: in Moon, infatti, Gerty si stacca dal comportamento di HAL 9000. La sua missione di costante monitoraggio del lavoro dell’uomo culminerà nel comprenderne il dolore, la frustrazione e l’angoscia di Sam.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Moon è un film del 2009 diretto da Duncan Jones. La compagnia Lunar Industries è diventata la maggiore produttrice d’energia al mondo. Costruita una base sulla Luna, la società preleva l’Elio-3 da rocce minerarie attraverso i propri macchinari. Sam Bell (Sam Rockwell), unico residente della base mineraria lunare Sarang, ha il compito di dirigere e sorvegliare l’operato degli estrattori automatici, recuperare il carico quando questi hanno raggiunto il livello prestabilito e inviarlo sulla Terra con piccole navicelle spaziali. La sua unica compagnia è rappresentata da un’intelligenza artificiale di nome Gerty (voce originale di Kevin Spacey), che gestisce le automazioni della base lunare stessa. Sam è sposato, padre di una bellissima bambina ed è nello spazio da quasi tre anni. Mancano solo due settimane e una squadra di recupero lo riporterà a casa. L’astronauta non vede l’ora d’andarsene, ormai la permanenza nello spazio è diventata quasi insostenibile, poiché passa la maggior parte del tempo a parlare con se stesso, sta diventando nevrotico e i mal di testa sempre più frequenti. Attraverso il ponte spaziale di Giove, arriva un video registrato della moglie che lo conforta un po’. Purtroppo, le comunicazioni dirette tra la base lunare, la Terra e viceversa non sono possibili a causa di un guasto alla struttura di trasmissione che, per la Lunar Industries, non è una priorità. Sam inizia ad avere allucinazioni: in una di queste, durante una missione di recupero di Elio-3 all’esterno della base, commette un grosso errore che gli causa un incidente con il rover lunare. La cabina del mezzo rimane danneggiata facendo fuoriuscire ossigeno, ma Sam, ferito alla testa, riesce a indossare in tempo il casco della sua tuta prima di svenire. Al risveglio si ritrova nell’infermeria della base in uno stato confusionale e Gerty gli domanda se ricorda cos’è accaduto. Sam incomincia a insospettirsi e ad avere la sensazione che qualcosa non vada. Nonostante Gerty avesse avuto istruzioni dalla Lunar Industries di impedire all’astronauta di ritornare fuori, lui con uno stratagemma esce all’esterno e si dirige nel luogo dell’incidente. Ciò che troverà sarà inquietante e cambierà per sempre la sua vita…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne due candidature ai BAFTA – British Academy of Film and Television Art del 2010, portandosi a casa una statuetta:
Miglior esordiente britannico a Duncan Jones (II)

Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film britannico


Curiosità – fonte: it.wikipedia.org

1. Il regista italiano Patrick Rizzi ha accusato Duncan Jones di aver copiato il suo film Eutamnesia, col quale Moon avrebbe – a suo dire – diversi elementi narrativi in comune.

2. La canzone The One and Only, che Sam usa come sveglia, viene utilizzata anche in Source Code, sempre diretto da Duncan Jones.

3. Nel film Mute, che Jones ha realizzato come seguito spirituale di Moon, viene mostrato in televisione un tribunale pieno di cloni di Sam che presentano il loro caso.



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