Psyco

Psyco

1960 ‧ Horror/Thriller ‧ 1h 49m

La storia di Norman Bates (Anthony Perkins) è tratta dall’omonimo romanzo di Robert Bloch. Come spesso accade, sceneggiare un romanzo destinato poi al grande schermo, è soggetto a compromessi dovuti alla ricerca di quel qualcosa che possa essere più interessante per una persona che guarda ed ascolta, piuttosto che per una persona che legge ed immagina. Infatti, il libro dipinge Norman Bates come un uomo di mezza età, calvo, non particolarmente bello e con caratteristiche psicologiche malsane, mentre Joseph Stefano, lo sceneggiatore del film, lo confina come un personaggio molto simpatico, attraente ed allo stesso tempo fragile e tormentato. Un’escamotage cinematografico capace di creare un appeal maggiore sullo spettatore per poter poi consumare con più efficacia la suspense attorno al protagonista. Anche la scena della doccia ha avuto un netto mutamento, in quanto non nello stile del grande maestro Alfred Hitchcock: la versione letteraria prevede l’omicidio di Marion Crane (Janet Leigh) per decapitazione, mentre conosciamo molto bene come viene invece uccisa. Queste accortezze di narrazione, insieme alla mano registica di Hitchcock sono state capaci di dare vita ad una suspense rimasta ancora oggi imbattuta nel mondo del cinema e della televisione. Proprio la scena della doccia fu causa, anche a distanza di tempo, di inflessibile influenza per gli spettatori, creando disagi psicologici nel provvedere a fare la doccia all’interno di tendine di quel tipo. Hitchcock, era ben consapevole della potenzialità di quella scena, ed è da essa che partì a costruire l’intera narrazione del film indottrinando lo spettatore a vivere le flebili scene successive in maniera shoccata proprio dal forte trauma iniziale subito. La metodicità del maestro è ancora oggi un manuale perfetto di regia di genere, soprattutto nella costruzione del rapporto fra le immagini, la narrazione e le emozioni dello spettatore. Janet Leight, rinomata stella del cinema di quegli anni, fu scelta da Hitchcock solo per metà della pellicola. Infatti, il suo personaggio venne ucciso a metà film, lasciando lo spettatore disorientato. Inoltre, non mostrò mai il volto della “madre” di Bates, e per non insospettire lo spettatore, cambiò angolazione di inquadratura nelle scene dei due omicidi: da dietro, nella prima ripresa, dall’alto nella seconda. Per non parlare dell’assurda ma geniale confusione che riuscì a creare durante le riprese intorno proprio al personaggio della madre, ovvero sparse la voce che stava ancora cercando un’attrice per quel ruolo. Hitchcock era un vero e proprio genio, capace di leggere le emozioni più nascoste nello spettatore e per questo era pienamente consapevole del fatto che Psyco andava visto interamente per essere fruito in maniera corretta, al punto da girare e promuovere un documentario a riguardo ed a vietare di entrare in sala a film iniziato.
Psyco non ha un vero protagonista, come invece ben identificato nelle altre pellicole a firma di Hitchcock. Per l’intera parte prima, tutta l’attenzione è rivolta a Marion, poi a Norman, ed infine all’ex-amante della donna ed alla sorella della vittima. In realtà, l’unico ed assoluto protagonista del film è il terrore, privo di morale. La fine del film, grazie all’intervento dello psichiatra, spiega i perché e i per come del comportamento di Norman e lascia forse l’unica impronta davvero pregnante del film, decisamente di stampo psicoanalitico: il ragazzo, orfano di padre, aveva avvelenato la madre dopo averla scoperta con un altro uomo, ma il rimorso per l’atroce delitto l’aveva portato a trafugarne il corpo, semi-imbalsamarlo, dandogli voce e parte della sua personalità.
L’opera non ha i classici canoni del capolavoro perché può apparire eccessivamente cruda ed a tratti stereotipata (su tutti l’immagine della casa che si erge minacciosa sopra l’hotel) ma è tale per la sua forza coinvolgente che incolla da sessant’anni milioni di spettatori sulle anguste vie del brivido.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Psyco è un film del 1960 diretto da Alfred Hitchcock. La storia si svolge fra la città di Phoenix e un motel lungo la strada che dall’Arizona porta alla California. La giovane e inquieta Marion Crane (Janet Leigh) deruba di 40.000 dollari un cliente dell’agenzia immobiliare per cui lavora, perché è stufa della vita che conduce; infatti è costretta a vedersi nei ritagli di tempo con il proprio amante Sam Loomis, senza potersi sposare perché l’uomo è sommerso dai debiti per pagare gli alimenti alla propria ex moglie.
Viaggiando verso il negozio di Sam in California, a causa di un violento temporale, Marion si ferma presso il Bates Motel, incrociato sulla strada, per trascorrere la notte. Il Motel è diretto da Norman Bates (Anthony Perkins), un tranquillo giovane bistrattato e oppresso dall’anziana madre.
Marion dopo l’incontro con Norman decide di tornare a Phoenix per restituire il denaro sottratto, ma le viene impedito perché una figura femminile l’assale nella doccia e l’accoltella a morte.
Lila Crane, la sorella di Marion ingaggia un investigatore privato, Milton Arbogast, poiché è preoccupata dalla scomparsa della sorella. Insieme a lui decide di incontrare Sam per avere notizie di Marion, ma dopo aver parlato con lo squattrinato amante convince il detective ad andare alla ricerca della sorella, mentre lei rimane in California con Sam in attesa di notizie. Lila riceve una telefonata dal detective, in cui racconta di aver scoperto qualcosa, ma senza scendere in particolari. Anche Arbogast, però, sparisce nel nulla e Sam e Lila decidono di andare insieme alla sua ricerca per cercare di sciogliere questa misteriosa matassa ingarbugliata.
La coppia si finge sposata e giunge al Motel Bates per scoprire qualcosa sui due scomparsi. Quello di cui verranno a conoscenza andrà ben al di là di un semplice furto di qualsiasi somma di denaro.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne quattro candidature ai Premi Oscar del 1961:

Nomination Miglior regia a Alfred Hitchcock
Nomination Miglior attrice non protagonista
a Janet Leigh
Nomination Miglior fotografia in bianco e nero
a John L. Russell
Nomination Miglior scenografia per film in bianco e nero
a Joseph Hurley, George Milo, Robert Clatworthy


Curiosità – fonte: www.cinematographe.it

1 – Ed Gein.
Il romanzo su cui si basa il film è ispirato alla storia vera di Ed Gein, assassino seriale statunitense. Dopo la morte del fratello nel maggio 1944, avvenuta in circostanze misteriose, sei persone scomparvero a La Crosse e Plainfield tra gli anni ’40 e ’50. Gein è stato associato solo a due di questi omicidi, anche se è sospettato di ulteriori delitti. Era solito commettere atti di squartamento e necrofilia sulle vittime ma anche violare bare e costruire pezzi di arredamento con diverse parti dei corpi. Gein è lo stesso killer che ha ispirato altri film di successo come Non aprite quella porta e Il silenzio degli innocenti, nonché il personaggio di Bloody Face in American Horror Story: Asylum.

2 – Un finale segreto.
Hitchcock acquistò i diritti del romanzo di Robert Bloch per 9.000 dollari e, successivamente, decise di comprare più copie possibili del libro per far sì che pochissime persone scoprissero in anticipo il finale del film.

3 – Bianco e nero.
Il regista optò per un film in bianco e nero soprattutto per due motivazioni: non voleva che il film risultasse troppo cruento evitando quindi di mostrare il rosso del sangue ma anche per una questione di risparmio, spinto dall’obiettivo di rimanere al di sotto del milione di costi. Alla fine Psyco costò in totale 800mila dollari ma arrivò ad incassarne ben 40milioni, divenendo il film di maggior successo al botteghino nella carriera di Hitchcock.

4 – I dettagli che fanno la differenza.
All’inizio del film, il reggiseno di Marion Crane è bianco perché Hitchcock voleva rappresentare la purezza della donna. Dopo il furto dei soldi, il reggiseno diventa nero, proprio a voler sottolineare questa metamorfosi di Janet. Stesso discorso vale per la sua borsa.

5 – L’omonimia di Crane.
Nel romanzo, la protagonista si chiama Mary Crane ma per il film si è deciso di cambiare il nome in Marion perché a Phoenix, in Arizona, esistevano due Mary Crane e si voleva evitare l’omonimia.

6 – L’avviso del Maestro.
Ogni cinema che proiettava il film doveva mostrare un poster all’entrata dove si vedeva Alfred Hitchcock che, indicando il suo orologio da polso, diceva: “Il direttore di questo teatro è stato istruito, a rischio della sua vita, di non ammettere in teatro le persone dopo l’inizio del film. Qualsiasi tentativo di entrare da porte laterali, scale di sicurezza o pozzetti di ventilazione verrà fermato con la forza. L’obiettivo è, ovviamente, di farvi godere di più il film. Alfred Hitchcock“.

7 – I complimenti a Bernard Herrmann.
La colonna sonora di Psyco è rimasta nel cuore e nella mente di tutti. Composta da Bernard Herrmann, è stata realizzata interamente con strumenti a corda. Il risultato piacque così tanto a Hitchcock che il regista decise di raddoppiare lo stipendio di Herrmann poiché, a detta sua, gli effetti (e quindi la riuscita del film) sono dovuti per il 33% alla colonna sonora.

8 – La paura di Janeth Leigh.
Quando vide per la prima volta il film per intero, Janet Leigh rimase sconvolta dalla scena della doccia poiché si rese conto di quanto una donna possa essere vulnerabile in quella situazione. Fu turbata a tal punto da farle scegliere, per il resto della sua vita, di fare solo ed esclusivamente il bagno.

9 – Il tour della Universal.
La casa di Bates, sebbene spostata dalla sua posizione originale, risiede ancora nel lotto della Universal. Il motel è stato replicato. La casa dei Bates che vediamo all’interno del film fa parte del tour in tram degli Universal Studios per cui, se vi trovate in California, dovete assolutamente farci un salto!

10 – Un suono ingannevole.
Il suono del coltello che penetra la carne all’interno di Psyco fa decisamente impressione ma non tutti sanno che in realtà quel suono è stato realizzato accoltellando un melone.

11 – Una figlia shockata.
Dopo l’uscita del film, un uomo scrisse a Hitchcock lamentandosi perché sua figlia non faceva più il bagno dopo aver visto I Diabolici e, dopo aver visto Psyco, anche la doccia era ormai diventata un problema. Il regista gli rispose suggerendogli di farla lavare a secco.

12 – Sette giorni per rimanere nella storia.
Per realizzare la celebre scena della doccia furono impiegati ben sette giorni. Una durata di riprese particolarmente lunga se pensiamo che, a lavoro finito, quella scena dura soltanto 45 secondi. Più esattamente, la scena è stata girata dal 17 al 23 dicembre 1959. Presenta settantasette diverse angolazioni di ripresa e comprende cinquanta tagli.

13 – Tanto successo, nessun Oscar.
Per quanto sia rimasto nella storia del cinema, Psyco non ha vinto alcun Oscar nel 1961, ottenendo comunque quattro nomination (Miglior attrice protagonista, Miglior scenografia in bianco e nero, Miglior regia e Miglior fotografia in bianco e nero). Janet Leigh riuscì in ogni caso a vincere il Golden Globe per la sua interpretazione.

14 – Il remake di Psyco.
Nel 1998 il regista Gus Van Sant realizzò un remake di Psyco per omaggiare Hitchcock. Il film vedeva Vince Vaughn nel ruolo di Norman Bates, Anne Heche in quello di Marion Crane, Julianne Moore come Lila Crane e Viggo Mortensen nel ruolo di Samuel Loomis. Il regista seguì minuziosamente le stesse inquadrature e gli stessi tagli di montaggio di Hitchcock. Le differenze tra i due film riguardano innanzitutto l’anno di ambientazione, essendo il remake più contemporaneo a fine anni ’90, aspetto che giustifica il passaggio dal bianco e nero al colore. Poi cambia anche la cifra di denaro al centro del film, da 40mila a 400mila. Il film è inoltre più esplicito per quanto riguarda le scene erotiche.

15 – Il giuramento.
Quando il cast e la troupe hanno iniziato a lavorare il primo giorno di riprese, hanno dovuto alzare la mano destra e promettere di non divulgare alcuna parola della storia. Sir Alfred Hitchcock ha anche tenuto nascosta la parte finale della sceneggiatura al suo cast fino a quando non ha avuto bisogno di girarla.

16 – La paura resta, la voce… pure.
Come parte della campagna pubblicitaria prima della pubblicazione di questo film, Sir Alfred Hitchcock dichiarava: “Si dice che Psyco sia così terrificante da spaventare le persone e lasciarle senza parole. Alcuni miei uomini ci speravano e hanno mandato le loro mogli ad una proiezione: le donne sono tornate a casa piuttosto scosse, ma ancora vigorosamente parlanti“.

17 – House by the Railroad di Edward Hopper.
La casa di Bates fu quasi totalmente modellata basandosi su un dipinto, ovvero l’House by the Railroad che è stato dipinto nel 1925 da Edward Hopper. Quella tela fu la prima ad essere acquistata dal Museum of Modern Art di New York. I dettagli architettonici, il punto di vista ed il cielo cupo sono praticamente identici a quelli visti nel film.

18 – L’analogia tra la madre di Hitchcock e la signora Bates.
Secondo i biografi, Alfred Hitchcock aveva una relazione piuttosto travagliata con sua madre che era una donna prepotente e che, come la signora Bates, lo costringeva a stare ai piedi del suo letto per raccontarle tutto ciò che gli accadeva, sebbene la loro relazione non fosse disturbata come quella che abbiamo poi visto nel film.

19 – Janet Leigh, Jamie Lee Curtis e… John Carpenter.
In Halloween – 20 anni dopo (1998), Janet Leigh ha guidato un’auto degli anni ’50 molto simile a quella di Marion Crane e, quando appare in scena, viene riprodotta parte del tema musicale di Psyco. Il regista John Carpenter è stato ispirato molto dal film di Hitchcock quando ha fatto Halloween – La notte delle streghe (1978) ed è stato decisamente eccitato quando la figlia di Leigh, Jamie Lee Curtis, ha fatto il provino ed è stata scritturata. Nel film, Leigh ha interpretato il ruolo della segretaria di Curtis.

20 – La controfigura nella doccia.
Nelle interviste successive, Alfred Hitchcock e Janet Leigh dichiararono categoricamente che il corpo nella scena della doccia era il suo, ma non è vero. Il corpo era quello della modella Marli Renfro che ha guadagnato solo 500 dollari per dare vita ad una delle scene più iconiche di sempre. Dopo Psyco, è apparsa solo in un altro film: la commedia Tonight for Sure di Francis Ford Coppola del 1962.


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