Requiem for a Dream

Requiem for a Dream

2000 ‧ Drammatico/Thriller psicologico ‧ 1h 42m (VM18)

Con Requiem for a Dream, Darren Aronofsky firma lo smarrimento della gioventù tra gli anni ’90 ed i primi anni ’00, una pietra miliare del cinema americano moderno di inizio secolo. Aronofsky costruisce un viaggio nella psiche umana attraverso le dipendenze dei suoi protagonisti, dipendenza da eroina per Harry, Marion e Tyrone, mentre da programmi televisivi quella di Sara. Jared Leto, Jennifer Connelly, Marlon Wayans ed Ellen Burstyn, sono rispettivamente i volti dei quattro interpreti che hanno donato al grande pubblico performance magistrali. Nei decenni precedenti l’eroina aveva spezzato milioni di giovani vite, così come il mondo del piccolo schermo si stava sempre più affermando come la droga del nuovo millennio, divenendo baluardo di una società di consumatori seriali. Dopo un quarto di secolo dall’uscita nelle sale di questo capolavoro, resta viva la morsa psicologica della sua potenza emotiva che colpisce le giovani generazioni esattamente come in passato, con l’aggravante di avere, oggi, una piena consapevolezza degli effetti causati dalla droga tanto fisica, quanto psicologica. Quanto alla società? Cosa è cambiato in questo quarto di secolo? Assolutamente nulla! Una società frammentata ed allo sbaraglio pervasa da solitudine e smarrimento, in cui l’essere umano è fondamentalmente solo con sé stesso, vittima della sua stessa routine, che non lascia alcuna via d’uscita. Una totale incapacità di perseguire uno scopo, di avere un sogno, oltre al non essere in grado di porre un freno alla necessità di consumare: un nuovo prodotto, un nuovo programma, una nuova droga, ed oggi un nuovo social. Requiem for a Dream è il grido di denuncia di un regista, affermatosi come uno dei pilastri del genere psico-dramma, capace di esasperare ed allo stesso tempo descrivere la sua realtà, ammonendo ed infierendo sui suoi simili, con immagini, frasi, effetti capaci di creare un senso di disillusione e fantasia esattamente come negli incubi. In sostanza, Aronofsky è stato capace di proiettare il risultato viscerale degli effetti della droga, facendo sentire lo spettatore a disagio, per il vero e proprio senso di disgusto che si prova nel vederlo. Ciò sublima la pellicola ad una vera e propria esperienza più che un vero e proprio film. Requiem for a Dream, è sì un dramma, ma lo status snervante in cui confina lo spettatore lo rende indimenticabile.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Requiem for a Dream è un film del 2000 diretto da Darren Aronofsky, basato sull’omonimo romanzo di Hubert Selby. Il film è articolato in tre capitoli che, seguendo metaforicamente l’alternarsi delle stagioni, rappresentano il percorso dei personaggi, vittime della spirale della droga. La prima parte è ambientata in estate. Sara Goldfarb (Ellen Burstyn), una casalinga vedova e ossessionata da uno show televisivo, conduce una vita modesta con suo figlio Henry (Jared Leto). Quest’ultimo, insieme all’amico Tyrone (Marlon Wayans) e alla fidanzata Marion (Jennifer Connelly), ha una grave dipendenza dall’eroina. Per poter avere sempre una dose a disposizione, i tre amici si dedicano al traffico illecito di droghe e la loro attività registra un discreto successo. Parallelamente, Sara è sempre più ossessionata dal suo corpo e, per poter prendere parte allo show che tanto ammira, accetta di assumere delle anfetamine. In autunno, Sara è notevolmente dimagrita grazie alla droga ma gli effetti collaterali, che essa provoca, la inducono a soffrire di insonnia, affollando la sua mente di realistici incubi. Proprio quando il traffico di eroina rende i tre amici benestanti, l’arresto di Tyrone costringerà Henry a spendere la maggior parte dei soldi per salvarlo dalla prigione. A corto di denaro e in preda a forti crisi di astinenza, i tre ragazzi iniziano lentamente a naufragare. In inverno, infine, tutti i personaggi della vicenda sono costretti a contemplare l’effetto dell’abuso di droghe sul loro destino. Inermi e inetti di fronte alla vita, ognuno di loro pagherà un caro prezzo prima che sopraggiunga la primavera…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne una candidatura ai Premi Oscar del 2001:

  • Nomination Miglior attrice a Ellen Burstyn

Curiosità – fonte: ilcinegico.com

1. Il film è tratto dal romanzo omonimo del 1978 di Hubert Selby Jr.. Selby ha poi collaborato con Aronofsky per la sceneggiatura.

2. Un mese prima delle riprese il regista Darren Aronofsky impose ai protagonisti Jared Leto e Marlon Wayans di privarsi completamente di zuccheri e di non fare sesso. Così da capire meglio le conseguenze fisiche e psichiche di un’astinenza.

3. La scena ripresa dall’alto di Jennifer Connelly nella vasca da bagno è una replica esatta di una sequenza del film d’animazione giapponese “Perfect Blue” (1997). Il regista acquistò i diritti per un remake della pellicola al solo scopo di poter replicare quella scena.

4. Nel film ci sono ben 2.000 stacchi nel montaggio.

5. Durante il monologo in cui Ellen Burstyn descrive cosa si prova invecchiando, il direttore della fotografia Matthew Libatique lasciò scivolare la macchina da presa, perdendo per un attimo l’inquadratura. Aronofsky chiamò il cut e chiese immediatamente spiegazioni. Si accorse che Libatique si era realmente commosso, appannando l’obiettivo della cinepresa. La sequenza girata è rimasta nel film.

6. Ellen Burstyn venne candidata all’Oscar come miglior attrice protagonista ma alla fine la statuetta la vinse Julia Roberts per “Erin Brockovich”.

7. Durante la consegna di una partita di droga ai protagonisti, si vede un uomo che mangia un’arancia. È un omaggio a “Il Padrino” (1972) dove le arance erano presagio di sventure.

8. Hubert Selby Jr., appare in un cameo nei panni di uno dei secondini che curano Tyrone. Anche Darren Aronofsky compare in veste di uno degli ospiti di Big Tim.

9. Aronofsky voleva, per il ruolo del protagonista, l’attore Giovanni Ribisi, perché assomigliava fisicamente al personaggio descritto nel romanzo.

10. Le scene dello show televisivo di Tappy Tibbons furono girate in un solo giorno, e l’attore Christopher McDonald improvvisò gran parte delle battute. Alla fine delle riprese, le comparse che erano state il suo “pubblico” gli tributarono una standing ovation.

11. Jared Leto perse circa 12 chili per il ruolo.

12. La scena della conversazione telefonica tra Harry e Marion venne girata simultaneamente in stanze adiacenti con una connessione telefonica dal vivo, in modo da catturare le diverse reazioni in tempo reale.

13. Quando Ellen Burstyn lesse per la prima volta lo script offertole dal regista, lo trovò terribile e rifiutò la parte. Fu solo la visione del precedente film di AronofskyPi greco – Il teorema del delirio” a farle cambiare idea.

14. La Burstyn ha passato quattro ore in sala trucco ogni mattina circondata da protesi di ogni tipo, indossando 4 diversi colli finti (sia grassi che emaciati) due differenti strati di grasso (uno da 18 chili e uno da 9) e nove diverse parrucche.

15. Inizialmente Aronofsky voleva che i tre giovani protagonisti avessero solamente fra i 14 e i 16 anni. Questo secondo lui avrebbe reso il film ancora più devastante ma la produzione si oppose, dicendo che il film così non sarebbe mai uscito nelle sale.

16. La parola eroina non viene mai pronunciata.

17. Per immedesimarsi nel personaggio di Marion, che è una stilista, Jennifer Connelly iniziò a confezionarsi da sé i propri abiti, e finì col diventare costumista del proprio guardaroba scenico. Il padre di Marion lavora nell’industria tessile, e così pure il padre della Connelly.

18. L’allucinazione in cui Harry cade venne ottenuta collocando la telecamera all’estremità della corda di un bungee-jumping e facendo una prova per assicurarsi che si sarebbe fermata a pochi centimetri dal suolo.

19. Neve Campbell fu la prima scelta per il ruolo di Marion Silver, ma rifiutò quando scoprì che includeva nudità.

20. In una delle allucinazioni di Sara, uno degli assistenti dello studio televisivo immaginario passa a Ellen Burstyn una scheda col simbolo del pi greco sul retro. Richiamo al debutto da regista di Aronofsky.



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