Barry Lyndon

Barry Lyndon

1975 ‧ Guerra/Avventura ‧ 3h 23m

Dal romanzo di William Makepeace Thackeray, Le memorie di Barry Lyndon del 1843, poi modificato nel 1856, il film in costume, capolavoro del grande maestro Stanley Kubrick, intitolato Barry Lindon è un omaggio all’opera scritta, una mera esecuzione fedele alla narrazione a meno del finale. Kubrick narra le avventure di un antieroe, di un uomo di alti ideali ormai piegati dalla vita, un uomo che vive un’ascesa sociale contrapposta ad una repentina caduta, una parabola che appaga in pieno il cinismo di Kubrick. Barry Lindon è un’opera indimenticabile, specie per la ricerca morbosa di luoghi, costumi, parrucco al punto da farlo diventare un mero documentario settecentesco (così definito dal maestro), che ha portato la produzione ad investire un budget enorme ed un impegno lavorativo lungo 3 anni. Nessun teatro di posa, ma solo profilmici autentici ed oggetti riprodotti fedelmente, persino le carte da gioco. Immancabili poi le sperimentazioni tecniche che non posso che rivoluzionare il canonico… beh… quando c’è di mezzo Kubrick è un classico. Infatti, l’eccezionale fotografia firmata da John Alcott, si basa esclusivamente su luci naturali, come il lume di una candela, adattando lenti satellitari del programma Apollo, e parliamo della Nasa, lenti Carl Zeiss. Ed ancora un nuovo tipo di zoom per movimenti più fluidi, un binario di 250 mt su cui far “scivolare” 3 cineprese per riprendere la scena della battaglia, scelta di particolari attori con riferimenti pittorici per la parte polacca (come Zoffany, Gainsborough, Watteau, Hogarth, Reynolds, Chardin, Stubbs e Chadowiecki), abbondanza di costumi e di scenografie, e musiche provenienti dall’epoca in cui nacque la cultura del Novecento. Altra particolarità è l’uso di una voce fuoricampo che si racconta con una certa ironia, creando così una sorta di estraniamento fra la narrazione cinematografica ed il coinvolgimento tecnico-registico. Quanto alla trama, è fortemente più di impatto la prima parte, in cui il formalismo prende il sopravvento sulla drammaturgia, lasciando via libera ad un’accesa improvvisazione. Barry Lindon, in tutta la filmografia del grande maestro Stanley Kubrick, è stato l’unico film che ha registrato un insuccesso di pubblico, ma ha rivoluzionato il mondo dei film in costume.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Barry Lyndon è un film del 1975 diretto da Stanley Kubrick. Il protagonista della vicenda è Redmond Barry (Ryan O’Neal), giovane irlandese spiantato di bell’aspetto, innamorato della frivola cugina Nora (Gay Hamilton). Allo scoppio della guerra dei sette anni, un reggimento militare si ferma nel piccolo villaggio di Barry e Nora si invaghisce del capitano John Quinn (Leonard Rossiter), un partito molto ambito per la sua disponibilità economica. Mentre la famiglia della giovane organizza frettolosamente le nozze, Barry medita vendetta e sfida il rivale a duello. Inaspettatamente Redmond esce vincitore dallo scontro, ma è costretto a fuggire verso Dublino con un cavallo e qualche moneta. Dopo essere stato derubato, Barry è costretto ad arruolarsi sebbene detesti la vita militare. La fortuna sorride nuovamente al giovane, che si guadagna la fiducia dei suoi superiori e segue le truppe nel territorio tedesco. Un giorno, tuttavia, Barry apprende che la famiglia di Nora aveva truccato la sua pistola e che Quinn, sopravvissuto al duello, ha sposato l’amata cugina. Amareggiato e spaventato dalla crudeltà della guerra, Barry coglie l’occasione per disertare e fingersi un messaggero del generale Percival Williamson, partendo alla volta di Brema. Durante il viaggio, il giovane cade nel tranello del capitano Potzdrof il quale, avendo scoperto che Barry è un disertore, gli offre di rimediare al suo errore arruolandosi nell’esercito prussiano. Sul campo di battaglia Barry è nuovamente baciato dalla fortuna e, avendo salvato la vita del suo generale, viene premiato con una missione di spionaggio a basso rischio sul Chevalier de Balibari (Patrick Magee). I due uomini stringono un rapporto di amicizia e, approfittando di una serie di malintesi, decidono di scambiarsi l’identità in modo che de Baliberi possa rimanere in Prussia e Barry sia libero dai vincoli militari. Forte della sua nuova identità, l’irlandese diventa un personaggio molto famoso e la sua bellezza fa capitolare la giovane contessa Lady Lyndon (Marisa Berenson). Quando il primo marito della donna muore di cause naturali, Barry sposa Lady Lyndon, che lo rende padre del piccolo Bryan. La serenità familiare, tuttavia, è ostacolata dall’astio del Bullingdon (Leon Vitali), deciso ad ostacolare Barry con tutti i suoi mezzi.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben sette candidature ai Premi Oscar del 1976, portandosi a casa quattro statuette:

  • Miglior fotografia a John Alcott
  • Miglior adattamento musicale a Leonard Rosenman
  • Miglior scenografia a Vernon Dixon, Roy Walker, Ken Adam
  • Migliori costumi a Milena Canonero, Ulla Britt Soderlund

Le altre nomination furono:

  • Nomination Miglior film
  • Nomination Miglior regia a Stanley Kubrick
  • Nomination Miglior sceneggiatura non originale a Stanley Kubrick

Curiosità – fonte: www.onestoespietato.com

1Kubrick presentò alla Warner Bros. un soggetto in cui nomi, luoghi e date erano stati cambiati per timore che qualcuno potesse rubargli la storia.

2 – La sceneggiatura del film è pronta in 4 mesi, quindi in tempi piuttosto brevi per gli standard di Kubrick. Pur modificando e inventando alcuni episodi, segue sostanzialmente la linea cronologica generale del romanzo di William Thackeray. E la semplifica. Kubrick infatti riduce la durata del periodo storico evocato, concentra personaggi e azioni, fa sparire alcuni episodi “a incastro” e introduce qualche ellissi narrativa.

3Kubrick aveva l’intera collezione delle opere di Thackeray nella sua libreria di casa, ma dovette leggere altri libri svariate volte prima di arrivare a Barry Lyndon, che gli offrì l’opportunità di fare una delle cose in cui il cinema, a detta sua, riesce meglio di qualunque altra forma d’arte: presentare una vicenda a sfondo storico.

4 – Creò un vastissimo archivio iconografico di disegni e dipinti presi dai libri d’arte. Gli servirono come punto di riferimento per tutto quello che dovevano creare: vestiti, suppellettili, arnesi, strutture architettoniche. Questa fase di pre-produzione durò 1 anno.

5 – Nell’archivio fotografico, come raccontato anche dallo scenografo Ken Adam, vi figuravano quadri di artisti come Hogarth, Gainsborough, Constable, Reynolds, Zoffany. Le loro opere vengono “riproposte” in varie scene del film.

6Kubrick cercò location e castelli a non più di 30 km dalla sua casa di Londra. Niente infatti fu girato in studio o ricostruito: tutti gli interni e tutti gli esterni sono veri e appartengono a 4 dimore signorili.

7Kubrick ricercò anche veri abiti d’epoca per i modelli dei costumi. Su questo aspetto la costumista premio Oscar, Milena Canonero, ha detto: “Abbiamo realizzato tutti i costumi per conto nostro, anche le uniformi, anche le ghette, anche i cappelli… È una cosa abbastanza insolita e lo era ancor di più a metà anni Settanta. A quell’epoca Danilo Donati era l’unico a mettere in piedi dei laboratori di sartoria. Ma in Gran Bretagna, prima di noi, nessuno aveva allestito un laboratorio per un film.”

8 – Per il ruolo da protagonista, Kubrick inizialmente punta su Robert Redford, poi sceglie Ryan O’Neal, sino ad allora semisconosciuto.

9Kubrick girò tutto Barry Lyndon senza ricorrere a luci artificiali. Fece arrivare sul set, a bordo di vari camion, una quantità impressionante di candele, perché voleva girare con la luce naturale. Per immortalarla, usò una pellicola speciale, ultrasensibile, fabbricata dalla Kodak. Ma soprattutto montò sulla sua cinepresa Mitchell un particolare obiettivo Zeiss Planar originariamente prodotto per la Nasa per fare foto dai satelliti.

10 – A guardare i numeri di lavorazione di Barry Lyndon, si toccano cifre da record: 300 giorni di riprese, dal giugno 1973 al settembre 1975; in totale circa 3 anni di lavorazione; 11 milioni di dollari di budget; una troupe di 170 persone; carrellate lentissime su un binario di 300 metri fatto costruire appositamente; addirittura fino a 4 giorni per girare una singola inquadratura.



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