Good Morning, Vietnam
Nel cuore degli anni ’60, in un Vietnam ancora lontano dall’essere solo un ricordo nei libri di storia, atterra una voce nuova, fuori registro e fuori schema. È quella di Adrian Cronauer, sergente e speaker radiofonico dell’Aviazione Americana, che porta con sé un’energia incontenibile ed un microfono acceso come un proiettore in una sala buia. Ma Good Morning, Vietnam non è solo il grido iconico con cui Cronauer sveglia le truppe. È un film che prende il ritmo sincopato di una trasmissione radio, alternando comicità e caos, improvvisazione e censura, rock’n’roll e suoni di bombe. La regia di Barry Levinson si muove come un operatore mimetizzato: mai invadente, ma sempre presente, seguendo i salti logici e stilistici di Cronauer con fluidità. La macchina da presa spesso si limita ad osservare, quasi a voler far spazio all’esplosività di Robin Williams, ma si fa più serrata e cupa nei momenti in cui la guerra prende il sopravvento. Robin Williams, in uno dei suoi ruoli più iconici, è il motore narrativo e tecnico del film. Le sue improvvisazioni – per buona parte non da copione – si intrecciano con la sceneggiatura in modo virtuosistico. Il montaggio sonoro lavora al servizio della sua voce, lasciando spazio ad ogni battuta, respiro, e silenzio carico di tensione. La colonna sonora, curata come un palinsesto radiofonico, è parte integrante della narrazione: i brani soul e rock dell’epoca (su tutti What a Wonderful World di Louis Armstrong) diventano commento sonoro alla follia della guerra. Non è solo un sottofondo: è uno strumento di contrasto emotivo tra l’intrattenimento e l’orrore. La fotografia, firmata da Peter Sova, alterna colori saturi durante le scene radiofoniche e della vita di caserma, a toni più spenti e drammatici nelle incursioni urbane e nelle esplosioni. Il contrasto visivo diventa linguaggio: il Vietnam della base è un circo di battute, quello reale è un teatro di tragedia. La sceneggiatura di Mitch Markowitz, pur romanzando la figura storica di Cronauer, costruisce un equilibrio delicato tra commedia e critica. La censura militare, le tensioni razziali, il sospetto verso i civili vietnamiti: tutto viene filtrato attraverso la voce di Cronauer, in bilico tra la dissacrazione e la disillusione. Dal punto di vista tecnico, il film è una macchina ben oliata: Il montaggio (Stu Linder) dosa con maestria i registri: rapidissimo nei passaggi radiofonici, si fa più contemplativo nelle scene intime. La scenografia restituisce un Vietnam vivido e credibile, senza scivolare nel documentarismo. E il disegno sonoro (compreso l’uso del silenzio) diventa spesso la vera narrazione emotiva del film. In conclusione, Good Morning, Vietnam è una storia dentro la Storia, raccontata con il filtro distorto della radio, della comicità e della coscienza. È un film che si ascolta, prima ancora di vedersi, e che esplora il potere della parola come strumento di ribellione, conforto e verità. Dal punto di vista tecnico, è un esempio magistrale di come la regia, la recitazione, il suono ed il montaggio possano fondersi in un’unica potente trasmissione.
Trama – fonte: www.comingsoon.it
Good morning, Vietnam è un film del 1987 diretto da Barry Levinson. Il protagonista della vicenda è Adrian Cronauer (Robin Williams), irriverente disc-jockey dell’aviazione, che nel 1965 è spedito nella città di Saigon, in Vietnam. Adrian dimostra, sin dall’inizio, di avere una personalità eclettica e ironica, che riesce ad incantare chiunque gli stia vicino. Dopo essere stato condotto alla base da Edward Garlick (Forest Whitaker), Cronauer sconvolge la stazione radiofonica con la sua musica rock e i divertenti siparietti politicamente scorretti, preceduti dal sonoro e inconfondibile ‘Good morning, Vietnam!’. Nonostante la sua allegria contagiosa procuri fama alla stazione radiofonica, il tenente Steven Hauk (Bruno Lirby) e il sergente maggiore Phillip Dickerson (J.T. Walsh) si mostrano ostili verso il nuovo arrivato. A differenza della maggior parte dei suoi compatrioti, Adrian non è del tutto diffidente nei confronti dei vietnamiti. Il soldato, infatti, si invaghisce a prima vista della giovane Trinh (Chintara Sukapatana) e, per conquistarla, stringerà un saldo rapporto d’amicizia con il fratello della ragazza, Tuan (Tung Thanh Tran). L’allegria e la positività di Cronauer spariscono, improvvisamente, dopo che l’uomo scampa miracolosamente ad un attentato dei vietcong, grazie all’avvertimento di Tuan. Molto scosso dall’accaduto, Adrian si rifiuta di censurare informazioni importati che provengono dal fronte e Taylor è costretto a sollevarlo dal suo incarico. Solo grazie all’intervento di Garlick e all’incontro fortuito con un gruppo di soldati americani, Adrian si risolleverà, alla stazione radio. Quando Cronauer scoprirà il caro prezzo della benevolenza e della fiducia verso il prossimo, la sua vita cambierà per sempre.
Cast – fonte: www.comingsoon.it

















Trailer
Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it
Il film ottenne una nomination ai Premi Oscar del 1988 e vinse:
- Nomination Miglior attore a Robin Williams
Curiosità – fonte: ilcinegico.com
1. Il film si ispira alla vera storia dello speaker radiofonico Adrian Cronauer durante la guerra in Vietnam.
2. Cronauer voleva realizzare una sitcom sulla sua storia (in stile M.A.S.H) ma nessuna casa di produzione televisiva voleva rendere “comedy” la guerra in Vietnam. Così decise di scrivere un soggetto per un possibile film e a quel punto l’interesse si fece molto più concreto da parte di molti produttori.
3. Robin Williams si candidò di sua spontanea volontà per la parte, perché pensava fosse perfetta per il suo stile e per dare libero sfogo alla sua creatività.
4. Lo sceneggiatore che fu incaricato di scrivere la sceneggiatura definitiva stravolse tutte le idee originali di Cronauer e decise di lasciare vuoti tutti gli interventi radiofonici, così Robin Williams poteva improvvisare totalmente ad ogni ciak.
5. Cronauer disse che il protagonista del film aveva si il suo nome ma in realtà era Robin Williams al 100% e che se avesse detto tutte le cose che si sentono nel film lo avrebbero incarcerato. In realtà Cronauer dopo il suo anno in Vietnam (dove insegnava anche inglese) venne congedato con onore.
6. Nessun personaggio nel film è ispirato a qualcuno di reale.
7. Robin Williams decise di abbassare lo stipendio a due milioni di dollari ma chiedendo un’alta percentuale sugli incassi.
8. Il film incassò 124 milioni di dollari nel mondo a fronte di 13 di budget e venne ampiamente lodato anche dalla critica.
9. Tutte le riprese furono effettuate in Thailandia e non in Vietnam.
10. Nel 2000 l’American Film Institute ha inserito “Good Morning, Vietnam” al 100º posto della classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi.
11. Robin Williams vinse il Golden Globe e venne candidato all’Oscar ma fu sconfitto da Michael Douglas per “Wall Street”.
12. Nel 1992, Mark Frost ha scritto la sceneggiatura del sequel, “Good Morning, Chicago”. Il film avrebbe visto Williams, riprendere il ruolo di Cronauer, come giornalista alla “Convenzione Nazionale Democratica” del 1968. Il progetto venne infine accantonato, a causa dei disaccordi tra Williams, Levinson e la Disney sulla direzione del film.