I Figli degli Uomini

I Figli degli Uomini

2006 ‧ Sci-fi/Thriller ‧ 1h 49m

Alfonso Cuarón si misura con un thriller di matrice sci-fi futurista, che si affaccia sulla fine della civiltà umana. Stavolta non è un’era glaciale, un conflitto nucleare o un disastro ambientale a minacciarne l’estinzione, ma una semplice civiltà del 2027 in cui l’uomo e la donna non si riproducono più, improvvisamente e senza alcuna spiegazione: le donne hanno iniziato ad abortire una dopo l’altra. Cuarón, insieme a David Arata, Timothy J. Sexton, Hawk Ostby e Mark Fergus, tutti autori di una sceneggiatura da nomination, basata sull’omonimo romanzo di P. D. James (The Children of Men), contestualizzano il rischio dell’estinzione umana su questo inspiegabile accadimento che ha portato la popolazione mondiale a folli guerre civili. L’apertura del film è incentrata sull’uccisione dell’uomo più giovane dell’intero pianeta, un diciottenne, agnello sacrificale di una folle reazione innescata in risposta ad un incurabile male. Il male di vivere senza futuro esplode in tutto il suo sanguinoso disegno: fuggiaschi, repressioni, guerriglie e prigioni dappertutto sono lo sfondo al mondo apocalittico portato da Cuarón sul grande schermo. Il suo protagonista Theo (interpretato da Clive Owen) è una sorta di ombra che cammina, già rassegnato alla sua estinzione ed a quella della sua specie. Ad egli si contrappone il suo vecchio amico Jasper (uno straordinario Michale Caine), che tiene vivo in lui il ricordo dei bei tempi. Ad affiancare Theo e Jasper, vi è Julian (Julianne Moore), ex moglie di Theo che combatte con tutte le sue forze per un mondo migliore. Il dolore della perdita del loro unico figlio, li ha separati relegando Theo nel dolore e Julian nella speranza di un mondo migliore. Dopo 15 anni Julian contatta Theo, chiedendo il suo aiuto: dovrebbe procurare dei documenti di transito per una giovane profuga di nome Kee (Clare-Hope Ashitey). Theo ignaro del motivo accetta, ma una serie di vicissitudini complicano notevolmente il suo lavoro, trasformandolo in una fuga senza fine ed in una lotta inesorabile, in uno scenario sanguinario e pieno di follia, che Cuarón, come per incanto, riesce a fermare solo in un unico straziante momento: quando i soldati che stanno assalendo la casa con i ribelli e i profughi, si fermano tutti di fronte alla vista della ragazza che porta tra le sue braccia la neonata in lacrime. Una sequenza che racchiude tutto l’amore del mondo, tutta la speranza. Anche se apparentemente il regista narra il futuro, è palese ed evidente come si riferisca al nostro presente con un occhio rivolto ad un passato che non sembra più appartenerci: un passato di comunità in cui si viveva secondo il principio della solidarietà, quello in cui le famiglie crescevano i propri figli senza soffermarsi sulle distrazioni del progresso, quello in cui dare alla luce un bambino era linfa vitale per la propria esistenza.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

I figli degli uomini, è un film diretto nel 2006 da Alfonso Cuarón che ne ha curato, insieme a Timothy J. Sexton, anche la sceneggiatura, ispirata all’omonimo romanzo di P. D. James The Children of Men. Siamo nel Regno Unito del 2027, uno degli ultimi Paesi rimasti con un governo funzionante. Migranti e richiedenti asilo si spostano clandestinamente da un campo all’altro, mentre l’esercito britannico, sempre più duramente, cerca di governare il flusso di disperati. Il futuro del mondo è catastrofico: dopo diciotto anni d’infertilità, il genere umano deve rassegnarsi all’estinzione. Theo Faron (Clive Owen) è un ex attivista politico che si è separato dalla moglie Julian Taylor (Julianne Moore) dopo la morte del loro bambino, avvenuta molti anni prima per una pandemia d’influenza. L’unico conforto di Theo sono le visite a casa dell’amico Jasper Palmer (Michael Caine), che un tempo disegnava vignette politiche e ora si è ritirato in una casa nel bosco, dove coltiva marjuana e si occupa dell’amata moglie, un’ex giornalista divenuta disabile a causa delle torture subite in passato. Un giorno Theo è contattato dai Pesci, un gruppo di terroristi che combattono per i diritti dei migranti. Julian è ai vertici del gruppo e gli offre del denaro in cambio di documenti destinati a Kee (Clare-Hope Ashitey), una giovane rifugiata. Theo, dopo averle procurato i lasciapassare, accetta di scortare la ragazza insieme a Miriam (Pam Ferris), un’ex ostetrica, e Luke (Chiwetel Ejiofor), un altro membro dei Pesci. Durante il viaggio, il gruppo subisce una sparatoria con la polizia, Luke uccide gli agenti ma muore anche Julian. Allora Kee, spaventata, racconta a Theo il vero motivo della missione in cui è coinvolto: lei è incinta e Julian aveva intenzione di farle raggiungere la sede del Progetto Umano, un gruppo scientifico dedicato alla cura dell’infertilità. Mentre cerca di capire cosa sia meglio fare, Theo scopre che la morte di Julian era un’imboscata per rendere Luke leader dei Pesci. Questi, infatti, vogliono usare il piccolo che nascerà per farlo diventare il simbolo di una nuova rivoluzione. Senza più dubbi, Theo corre a chiamare Kee e Miriam per scappare con loro e portare in salvo il futuro figlio dell’uomo. Ma Luke non rimane a guardare.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne due candidature ai Premi Oscar del 2007:

Nomination Miglior sceneggiatura non originale a Timothy J. Sexton, Alfonso Cuarón, Hawk Ostby, Mark Fergus, David Arata
Nomination Miglior fotografia a Emmanuel Lubezki


Curiosità – fonte: popcorntv.it

1. Il progetto partì già nel 2001, quando il regista fu chiamato a dirigerlo e a scrivere la sceneggiatura, ma ci vollero cinque anni per poterlo realizzare e farlo arrivare sul grande schermo. Ciò dipese dal fatto che il cineasta era impegnato con Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.

2. Nel film, ci sono diversi piani sequenza, nei quali ci sono delle scene decisamente complesse. Tra queste, possiamo citare quella in cui Kee partorisce – e che dura 199 secondi – e quella dell’agguato in compagnia, della durata di 247 secondi. Infine, c’è anche quella in cui Theo fugge, una volta catturato dai Pesci.

3. Nella colonna sonora, notiamo diversi brani famosi, come Ruby Tuesday dei Rolling Stones nella versione di Fanco Battiato.

4. Ai BAFTA, il film ha portato a casa il premio per Miglior film e Migliore scenografia. Ha ottenuto, infine, il premio per Miglior film di fantascienza – nonostante non lo fosse – ai Saturn Awards.



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