Il figlio di Saul

Il Figlio di Saul

2015 ‧ Guerra/Drammatico ‧ 1h 47m

Allori alla 68ima edizione del Festival di Cannes per il capolavoro del regista ungherese László Nemes, Il Figlio di Saul, che mostra al pubblico la sua visione dantesca di uno dei luoghi più oscuri della storia dell’uomo, il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Immagini intense ed eloquenti caratterizzano tutti e 107 i muniti. Narrano la storia di Saul Ausländer (Géza Röhrig), membro del Sonderkommando, un gruppo di prigionieri ebrei isolato dagli altri e costretto ad assistere i tedeschi nei loro stermini. Saul lavora in uno dei forni crematori ma un giorno cambiò qualcosa: fra i corpi accatastati per essere cremati, riconosce il figlio. La sua impresa ha inizio: Saul sente il bisogno di donargli una degna sepoltura. Nemes, all’epoca 38enne, caratterizza la sua narrazione con una regia capace di riscrivere le coordinate del cinema di genere Shoah: piani sequenza interrotti da frenetici stacchi, contorni molto neutri tali da consentirgli di confinare la vicenda nel limbo dell’invisibilità ed il grande merito di non ricercare bellezza o seduzione cinematografica, ma solo nuda e cruda realtà. Nemes effettua una vera e propria fredda autopsia della Storia. In combinazione con un attento lavoro sonoro, forse si è perso un pò il personaggio protagonista, in quanto la costante presenza della macchina da presa puntatagli addosso non gli lascia tregua, lo soffoca. Anche nei dialoghi si avverte il senso di oppressione. Di sicuro è un tema che per il regista è molto sentito e magari Nemes ha voluto trasmettere questa sensazione soffocante a noi spettatori. La certezza è che siamo difronte ad un piccolo capolavoro che gli vale il premio Oscar come miglior film straniero.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Il figlio di Saul, film drammatico diretto da László Nemes, racconta la storia di Saul Ausländer (Géza Röhrig), ungherese appartenente al Sonderkommando, la comunità di ebrei imprigionati nel campo di concentramento di Auschwitz e obbligati a servire i nazisti durante il genocidio. Il suo lavoro è quello di recuperare i cadaveri dalle camere a gas e cremare i corpi. L’angoscia che arrivino nuovi membri a sbarazzarsi degli ebrei preoccupa molto tutti, compreso Saul. Un giorno, mentre l’uomo sta facendo la sua solita pulizia, assiste all’omicidio, da parte di alcuni medici, di un ragazzino che era riuscito a sopravvivere misteriosamente all’attacco gassoso. Andando per ripulire come sua abitudine, crede di riconoscere suo figlio nel cadavere. È a questo punto che decide di non procedere alla cremazione, perché vorrebbe dargli una sepoltura dignitosa così come meriterebbe. Tuttavia, Saul sa di non poter fare una cosa del genere. Nonostante ciò si mette alla ricerca di un rabbino che possa recitare sul corpo di suo figlio le parole del Kaddish. Sarà questo il grido di protesta che darà il via a un grande rivoluzione…


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne una candidatura ai Premi Oscar del 2016 e vinse:

Miglior film straniero


Curiosità – fonte: www.cineblog.it

1 – Il film è scritto da László Nemes e Clara Royer.

2 – La co-sceneggiatrice Clara Royer non aveva mai scritto una sceneggiatura prima di questa collaborazione. László Nemes ha scritto da solo la prima bozza.

3 – Il regista László Nemes si è ispirato al film Va’ e vedi (Idi i smotri) di Elem Klimov.

4 – Lo scenografo László Rajk ha ricreato il crematorio del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau in un vecchio magazzino vicino a Budapest.

5 – Il film ha vinto il Golden Globe 2016 come miglior film straniero.

6 – Il film ha vinto l’Oscar 2016 come miglior film straniero.

7 – Il film dura 107 minuti ed è composto da 85 campi lunghi.

8 – Il film è stato girato in 28 giorni.

9 – Le scene esterne sono state girate solo con luce naturale.

10 – Originariamente il film è stato progettato come una co-produzione internazionale, ma i potenziali partner in Francia, Israele, Germania e Austria lo hanno considerato troppo rischioso.

11 – Il montatore Matthieu Taponier era sul set durante gran parte delle riprese. Il regista László Nemes ha dichiarato: “Matthieu ed io abbiamo avuto ampie discussioni su come andare da una situazione ad un’altra (…) abbiamo montato il film secondo lo sguardo del protagonista”.

12 – Claude Lanzmann, l’acclamato regista di Shoah (1985) e altri documentari sull’Olocausto, ha elogiato il film: “Penso che sia un nuovo film, molto originale, molto insolito. (…) Non è affatto melodrammatico. E’ fatto con una grande modestia”. [NYTimes 2015]

13 – Il filosofo e storico dell’arte Georges Didi-Huberman ha scritto una lettera aperta di 25 pagine al regista Laszlo Nemes lodando il film.

14 – In Ungheria il film ha avuto circa 100.000 presenze nel 2015, un record per un film indipendente. I diritti di distribuzione del film sono stati venduti in molti paesi.

15 – Imre Kertész, vincitore del Premio Nobel 2002 per la letteratura, ha elogiato il film. Lo scrittore ungherese è sopravvissuto all’Olocausto, fu deportato con altri ebrei ungheresi ad Auschwitz e poi a Buchenwald.

16 – Elie Wiesel, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1986, ha elogiato il film. Lo scrittore è sopravvissuto all’Olocausto, fu deportato nel 1944 con la sua famiglia ad Auschwitz e poi a Buchenwald.

17 – Il film ha avuto la costante supervisione di uno storico ungherese, specializzato nella Shoah, che ha controllato accuratamente i set.

18 – Il personaggio principale si chiama Saul Ausländer. Saul è un nome biblico ben noto, mentre “Ausländer” è un nome ebraico simile a Saul Friedländer, nome dello storico israeliano esperto del Terzo Reich. Ausländer è anche una parola comune nella lingua tedesca e significa “straniero”.

19 – Géza Röhrig, protagonista del film, è al suo debutto cinematografico.



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