Salvate il soldato Ryan

Salvate il soldato Ryan

1998 ‧ Guerra/Drammatico ‧ 2h 50m (VM14)

Steven Spielberg è riuscito a firmare una dichiarazione di indipendenza dalle follie del potere e dei conflitti bellici, portando sul grande schermo le immagini cruenti e realistiche del D-Day, grazie alla sua opera pluripremiata ‘Salvate il soldato Ryan‘. Troppe cose hanno distratto a mio avviso i critici, i 120 milioni di dollari investiti, i 5 Oscar collezionati, il costante paragone con i capolavori di genere, per rendersi conto della profondità etica del film, incentrata sulla famiglia e sulla fratellanza. 20 minuti di crudeltà inaudita, 20 minuti che hanno risvegliato ricordi dolorosi e profondi negli occhi dei veri protagonisti, dei reduci di quello sbarco sulle coste della Normandia: una successione infinita di spari e di urla, di vomito e di scene cruente, di schizzi di fango, di riprese subacquee, di sordità da effetto scoppio, di proiettili che tracciano scie di morte sul fondo del mare, di caos… l’acqua del mare si colora del sangue di giovani vite spezzate dalla sete di potere di folli dittature. I primi 20 minuti sono il biglietto da visita di Michael Kahn, che firma un montaggio visivo e sonoro semplicemente spettacolare e che gli vale l’Oscar. Spielberg firma invece una regia non del tutto aderente al classico americano, anzi piuttosto tendente all’iperrealismo postmoderno del cinema di metà anni ’90: un vero e proprio inferno sulla terra, caratterizzato da riprese a stady che traballano ad ogni esplosione, fino a perdere di vista l’oggetto della messa a fuoco. E poi omaggia i grandi maestri del cinema di genere, anche se lascia la sua firma inserendo un elemento destabilizzante: la scena del cecchino tedesco, richiama Full Metal Jacket di Stanley Kubrick, e l’elemento perturbante è l’azione della figlia che schiaffeggia il proprio padre per averla affidata al soldato americano. Il rapporto genitore-figlio è dunque sempre presente e ne raggiunge l’apice nella scena che vede protagonisti il capitano Miller (Tom Hanks) e l’ultimo dei Ryan (Matt Damon) in cui emerge quel senso di colpa edipico ribadito sino al fotogramma finale. ‘Salvate il soldato Ryan‘ è anche introspezione, come il  contemplare le prime gocce di pioggia sulle foglie, le confessioni di uomini al lume di una candela, la lettera insanguinata che passa di mano in mano come una maledizione ed anche un “colpo di teatro”: tra le macerie di un villaggio francese occupato dai nazisti, il grammofono diffonde nell’aria le note di Tu es partout di Edith Piaf capace di narcotizzare il dolore. La sensibilità di Spielberg la si nota anche in quei piccoli avvolgenti movimenti di macchina che quasi accarezzano i personaggi, come nella scena in cui mamma Ryan guarda l’auto militare che si avvicina verso casa e realizza il dramma che sta per compiersi, oppure la scena in cui le dattilografe battono centinaia e centinaia di lettere che annunciano la morte di un soldato. E poi c’è Janusz Kaminski, altra grande performance, altro Oscar, che dà vita alle emozioni attraverso la sua intima e sensibile fotografia: si presenta esaltando il bianco delle lapidi nel cimitero dei caduti di guerra in Normandia, scena iniziale del film. Quanto al significato che si nasconde dietro una storia ingannevolmente semplice, troviamo una cruda realtà che sottolinea gli errori strategici commessi, come l’aver sottovalutato la potenza nemica, aver paracadutato giovani vite in posti di morte sicura, il terrore che si legge in faccia ai soldati, l’inesperienza che porta a confondere soldati tedeschi con soldati cechi, ma soprattutto i dubbi su quante vite sacrificare per trarne in salvo una sola. Dunque, ‘Salvate il soldato Ryan‘ è un capolavoro pluripremiato, molto complesso che riscrive le regole del war-movie, nascondendo, dietro una struttura classica, una forte ambivalenza morale che tende a far collidere gli opposti: da una parte i dubbi di chi in guerra varca i confini del lecito per portare a termine la propria missione, dall’altra il senso di colpa dei sopravvissuti che debbono “meritarsi” questo sacrificio.

 


Trama – fonte: www.comingsoon.it

Salvate il soldato Ryan è un film di guerra del 1998, diretto da Steven Spielberg, con Tom Hanks e Matt Damon.
Il film inizia nel 1998, con un uomo commosso di fronte ad una tomba del cimitero militare americano in Normandia; un flashback ci riporta al 6 giugno 1944, il giorno dello sbarco in Normandia, che vede la compagnia del Capitano Miller (Tom Hanks) partecipare alla sanguinosa battaglia con i tedeschi a Omaha Beach. Quando a Washington il maggiore Marshall viene a sapere che nella guerra in Europa sono già morti tre dei quattro figli della famiglia Ryan, decide di organizzare un’operazione di salvataggio del soldato sopravvissuto per riportarlo a casa. Affida la missione proprio al Capitano Miller, che con una compagnia di sette uomini, partirà immediatamente alla ricerca di Ryan (Matt Damon). Il gruppo è formato dai soldati Stanley Mellish (Adam Goldberg), Daniel Jackson (Barry Pepper), Adrian Caparzo (Vin Diesel) e Richard Reiben (Edward Burns), dal sergente Michael Horvarth (Tom Sizemore), dall’interprete Timothy Upham (Jeremy Davies) e dall’infermiere Irwin Wade (Giovanni Ribisi).
Gli otto procederanno tra borghi devastati e assalti tedeschi, determinati nella ricerca di James Francis Ryan, che riusciranno a trovare solo dopo molti imprevisti, rischiando e perdendo la vita di alcuni della compagnia, combattendo con onore al fianco dei propri compagni.


Cast – fonte: www.comingsoon.it


Trailer


Riconoscimenti – fonte: www.mymovies.it

Il film ottenne ben undici candidature ai Premi Oscar del 1999, portandosi a casa cinque statuette:

Miglior regia a Steven Spielberg
Miglior fotografia a Janusz Kaminski
Miglior montaggio a Michael Kahn
Miglior suono a Gary Summers, Andy Nelson, Gary Rydstrom, Ronald Judkins
Migliori effetti speciali sonori a Richard Hymns, Gary Rydstrom

Le altre nomination furono:
Nomination Miglior film
Nomination Miglior attore a Tom Hanks
Nomination Miglior sceneggiatura originale a Robert Rodat
Nomination Miglior colonna sonora per film drammatico a John Williams
Nomination Miglior scenografia a Thomas E. Sanders, Lisa Dean Kavanaugh
Nomination Miglior trucco a Daniel C. Striepeke, Lois Burwell, Conor O’Sullivan


Curiosità – fonte: www.cinefilos.it

1) Ha avuto problemi con la pubblicazione in India
Il film è stato bloccato dalla Censor Board dell’India per la troppa violenza. Il Consiglio ha chiesto tagli che Spielberg ha rifiutato di fare, decidendo, quindi, di non pubblicare il film in India. Comprendendo la serietà della situazione, l’allora Ministro dell’India ha visto da sé il film e, impressionato, ha ordinato che venisse rilasciato senza censure.

2) Talmente autentico da essere applaudito dai veri veterani
Molti veterani del D-Day si sono congratulati con il regista per l’autenticità del film, così come l’attore James Doohan, meglio conosciuto per aver interpretato Scotty nella serie Star Trek (1966). Doohan perse il dito medio della sua mano destra e fu ferito ad una gamba durante la guerra. Inoltre, partecipò all’invasione della Normandia il 6 giugno del 1944, a Juno Beach, dove la 3° divisione di fanteria canadese guidò l’attacco. L’attore ha elogiato Spielberg per non aver lasciato da parte dettagli cruenti.

3) Non ha vinto come Miglior Film per colpa di Harvey Weinstein
Nonostante il film abbia vinto agli Oscar per le categoria di Miglior Regia, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Sonoro e Miglior Montaggio Sonoro, non è riuscito a vincere il premio al Miglior Film, perdendo contro Shakespeare in love (1998). Questa mancanza è ritenuta come una delle maggiori controversie nel mondo del cinema, specie per il fatto che Harvey Weinstein, produttore del film vincitore, faceva pressioni agli elettori dell’Academy, attaccando Salvate il Soldato Ryan per le sue inesattezze storiche.

4) Tom Sizemore stava combattendo una dipendenza da droghe
Pare che Steven Spielberg abbia dato un ultimatum all’attore, tanto da volerlo sottoporre a test del sangue tutti i giorni e, se solo avesse fallito una volta, sarebbe stato licenziato, la sua parte sarebbe stata affidata a qualcun altro e rigirata. Sizemore accettò la condizione e riuscì a superare tutti i test. Tuttavia, l’attore sarebbe ricaduto nell’abuso di droga diverse volte nella sua carriera successiva al film.

5) Matt Damon è stato scelto perché sconosciuto
Steven Spielberg, regista del film, ha scelto Damon per il ruolo del soldato Ryan per il semplice fatto che, all’epoca, era ancora sconosciuto ai più. Tuttavia, il regista non si sarebbe mai immaginato che l’attore avrebbe vinto un Oscar per Will Hunting – Genio ribelle (1997) e che sarebbe diventato un star prima che il film fosse uscito nelle sale.

6) Gli attori si sono preparati ai loro ruoli
Tutti gli attori principali, ad eccezione di Matt Damon, hanno partecipato a diversi giorni di estenuanti allenamenti dell’esercito. Damon, a differenza degli altri, è stato risparmiato in modo che gli altri attori avrebbero risentito delle sue mancanze che avrebbero poi trasmesso nelle loro esibizioni.

7) Un film fatto di frasi iconiche
Un film come Salvate il soldato Ryan non poteva non rimanere nell’immaginario collettivo anche grazie alle sue frasi iconiche ed indimenticabili. Ecco qualche esempio:

  • La guerra educa i sensi, chiama in azione la volontà, perfeziona la costituzione fisica, porta gli uomini in una collisione così lesta e ravvicinata nei momenti critici, che l’uomo misura l’uomo. (Caporale Upham)
  • Jamees, meritatelo! (Cap. Miller)
  • Beh, quello che voglio dire signore, è che se Dio mettesse me e questo fucile di precisione a una distanza massima di un miglio da Adolf Hitler, con una buona visuale signore, fate i bagagli ragazzi, la guerra è finita, amen. (Soldato Jackson)
  • Dimmi che ho condotto una buona vita… dimmi che sono un brav’uomo. (James Ryan)

8) Uno scontro impensabile
Il film inizia con il protagonista che, grazie ad un flashback, torna indietro a quel fatidico 6 giugno 1944, il giorno dello sbarco in Normandia. Nessun tipo di esercitazione avrebbe mai potuto preparare i soldati stanziati sulla spiaggia di Omaha per poter affrontare al meglio il nemico e lo scontro nel quale stanno per essere coinvolti.

9) Un capitano valoroso
Nell’osservare la costa della Normandia, il capitano John Miller sta pensando a come far superare tutti gli ostacoli che si presenteranno, convinto che riuscire a salvarli sia la più grande sfida che abbia mai dovuto affrontare nel corso della guerra.



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